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mercoledì 12 dicembre 2012

LINOSA, VOLTI E COLORI DELL'ISOLA DIMENTICATA


Scena di vita quotidiana a Linosa, l'isola delle Pelagie
che conta oggi circa 400 abitanti.
L'immagine - al pari delle altre riproposte nel post da ReportageSicilia - è del fotografo friulano Italo Zannier
 ed è stata pubblicata nell'opera 'la Sicilia',
collana "Coste d'Italia" prodotta dall'ENI nel 1968.
Oggi come allora, Linosa vive in una condizione di sostanziale isolamento e disinteresse per i problemi della sua comunità 

  

Non è questo il primo post che ReportageSicilia dedica a Linosa. In passato, il blog ha infatti riproposto parte di un reportage firmato da Mauro De Mauro pochi anni prima il suo ancor oggi misterioso rapimento; le fotografie di quel servizio http://reportagesicilia.blogspot.it/2008/04/1965-de-mauro-nella-selvaggia-linosa.html restituiscono le immagini di un’isola allora sconosciuta a gran parte degli italiani ( circostanza sostanzialmente immutata, visto che mezzo secolo dopo il turismo di massa continua a preferire a Linosa la più nota ed attrezzata Lampedusa ).
In questo secondo post, le immagini della piccola isola delle Pelagie si devono agli scatti del friulano Italo Zannier, attivissimo ricercatore e critico fotografico con numerose esperienze di reportage nei Paesi del Mediterraneo.  
Il suo materiale documentario, ora riproposto da ReportageSicilia, è tratto dall’opera “la Sicilia”, collana “Coste d’Italia” prodotta dall’ENI ed edita nel 1968 da Amilcare Pizzi- Milano.

Linosari in attesa dell'arrivo del traghetto partito 11 ore prima da Porto Empedocle.  Da bordo, sbarcheranno pochi passeggeri e, soprattutto, generi di prima necessità: dai prodotti alimentari ai medicinali,
dalle bombole del gas alla benzina.
Ancor oggi, gli abitanti dell'isola chiedono l'entrata in servizio di un impianto di rifornimento carburanti che li libererebbe dalla dipendenza da Lampedusa e Porto Empedocle 

Per realizzare il suo lavoro fotografico, Italo Zannier compì allora il periplo siciliano a bordo di un Maggiolino Wolkswagen, senza tralasciare la visita delle sue isole minori. 
Gli scatti eseguiti a Linosa – prevedibilmente fra il 1966 ed il 1967 – non sono soltanto un freddo documento dello stato dei luoghi di allora. 
Queste fotografie restituiscono infatti la condizione di reale “isolamento” delle 350 persone che abitavano allora Linosa; da poco beneficiarie dell’energia elettrica, i residenti erano aperti al resto del mondo unicamente grazie ai viaggi di un vecchio traghetto con Porto Empedocle, distante 100 chilometri di mare.

Una strada di Linosa con i pali della luce.
L'elettrificazione dell'isola risale agli anni  Sessanta,  e pose fine al ricorso alle lampade a petrolio ed alle candele

All’epoca in cui Zannier mise piede a Linosa, l’isola viveva ancora gli stenti provocati nel 1961 dalla morte per siccità di 2000 bovini, principale fonte di sostentamento delle famiglie. 
Il giornalista Francesco Rosso che sulle pagine de ‘la Stampa’ raggiunse in quel periodo questa terra vulcanica dopo 11 faticose ore di navigazione, scrisse che i capi-famiglia, per sostentare mogli e figli, erano emigrati in massa verso la Germania.
Linosa, allora come ai nostri giorni, pur disponendo di fondali pescosissimi, viveva dei frutti della terra: la sua gente – scriveva Rosso – è “terragna”, al pari di tanti altri isolani siciliani, sia essi dell’isola madre che del suo arcipelago.
“Non c’è un pescatore professionista in tutta l’isola, tranne quelli che trascorrono le ore libere su una scogliera buttando le lenze come i pescatori domenicali del Po”, spiegava il cronista ai lettori, che poi riportava quello che sarebbe stato il commento di un linosaro: 
“A chi venderemmo del pesce? Tolti i due vapori settimanali, a Linosa non ferma nessuno, nemmeno i turisti che vanno matti per lo stato della natura”.
Concludeva così Rosso quella cronaca di 51 anni fa: 
“ A Linosa non arrivano turisti, a scendere sull’orlo di pietra nera si ha l’impressione che l’isola si sbilanci, ed è forse per questo che nessuno mette piede su questa tavola di roccia, sperduta nel mare come una zattera. Non ci vengono nemmeno i rappresentanti dei partiti a far propagande nei periodi elettorali; duecento voti non pagherebbero il viaggio penoso. Quei voti hanno un peso tanto scarso che nessuno ha saputo dirmi per chi votano i linosari. Forse addirittura non votano: sono così lontani e dimenticati che non accampano nessun diritto…”.

Le basse case di Linosa con lo sfondo della vegetazione e del mare.
Agli inizi degli anni Sessanta l'economia pastorale subì i colpi della siccità e  numerosi  capi famiglia decisero di emigrare in Germania. Come in molti altri luoghi siciliani costieri o addirittura isolani, il sostentamento primario si basa sulle attività legate allo sfruttamento della terra 

Oggi i circa 400 abitanti di Linosa protestano da mesi perché nell’isola non è ancora entrato in funzione una stazione per la vendita dei carburanti, con conseguente necessità di viaggi verso Lampedusa e Porto Empedocle allo scopo di riempire – a carissimo prezzo - i serbatoi dei propri veicoli http://www.agrigentonotizie.it/cronaca/protesta-carburante-occupazione-comune-linosa-3-dicembre-2012.html
Certo, rispetto a qualche decennio fa il turismo estivo riesce ad alimentare una fetta importante di economia; in definitiva, però, l’isola continua ad essere un angolo quasi dimenticato d’Italia, ed ancor oggi ignorato dai politici.
Questo post si apre allora con una di quelle fotografie di Italo Zannier che vi ritrae una scena di vita quotidiana: i suoi abitanti e con quel volto di giovane ragazza che, da quel giorno di quasi cinquant’anni fa, sembra chiedere ancora attenzione ed interesse verso il presente ed il futuro di Linosa.

Il nero profilo vulcanico di Linosa nell'ultimo scatto realizzato
da Italo Zannier riproposto da ReportageSicilia
 
   


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