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domenica 22 settembre 2013

LE SCOMPARSE "MORBIDE RENE" ISOLANE

La spiaggia di Magaggiari, a Terrasini.
La fotografia porta la firma di Fosco Maraini
e venne pubblicata nella guida del TCI
"Marine d'Italia", edita nel 1950.
ReportageSicilia ripropone alcune delle immagini
contenute in quell'opera: ne emerge
una visione di un'isola in cui
le località balneari non erano
ancora stravolte dalle ragioni dello sviluppo economico

" ...Visto nell'insieme, il litorale siciliano è come una fascia, a tratti ampia ma più spesso avara di spazio, stretta fra il bastione montuoso e il flutto, su cui la spiaggia marina distende ora un manto di morbida rena, ora uno strato di ciottoli e di ghiaia, qua e là interrotti dalle pietre delle scogliere che immergono il piede nell'azzurro mare.
Alle spiagge e ai greti si affacciano numerosi centri di marinai e pescatori, che nella stagione estiva apprestano un festone di stazioni balneari circoscritte per lo più agli abitanti del luogo e dei dintorni, e quindi prive di organizzazioni ricettive atte a sostenere l'afflusso di bagnanti forestieri...".


Termini Imerese e la sua spiaggia,
oggi stravolta dalle opere portuali
e da quelle viarie.
La fotografia è attribuita a B.Stefani 

Con prosa che oggi ha un piacevole gusto del desueto, l'anonimo redattore del Touring Club Italiano così descrisse nel 1950 il litorale siciliano nella guida "Marine d'Italia", stampata presso le Officine Grafiche A.Mondadori di Verona.
Alle marine siciliane la guida del TCI dedicò 37 delle sue 400 pagine.

La Plaia di Catania.
L'immagine è firmata
Ente Provinciale Turismo

Il volume venne corredato con numerose fotografie dell'isola scattate prevedibilmente negli anni immediatamente successivi la fine del secondo conflitto mondiale; in questo post, ReportageSicilia ripropone alcune di quelle immagini.
La selezione delle località offerta all'epoca dagli autori della guida offre oggi qualche motivo di riflessione.

L'inconfondibile paesaggio di Cefalù.
La fotografia è ancora una volta
attribuita a B.Stefani
  
Anzitutto, colpisce la scelta dei luoghi proposti nell'itinerario siciliano. 
La lista comprende da un lato siti oggi non più presenti nella consueta offerta balneare dell'isola, come Pozzallo, Scoglitti, Gela, Marina di San Leone, Avola, Porto Empedocle, Alcamo Marina, Marsala, l'Acquasanta di Palermo, Termini Imerese, Casteldaccia, Santa Flavia, Barcellona o Patti Marina.

Oggi il promontorio palermitano di capo Zafferano
è quasi completamente soffocato
dall'edilizia e dalla chiusura dei varchi al mare.
Ben diverso era il suo aspetto
quando Fosco Maraini
realizzò questa panoramica

A distanza di sessant'anni, questi luoghi hanno perso la loro attrattiva perchè nel frattempo le loro "marine" sono state stravolte dall'avanzata del cemento, dall'insediamento di grandi impianti industriali o dalla sistematica chiusura degli accessi al mare.
Di contro, in questa guida del TCI non vengono neppure citate le località balneari oggi maggiormente note e frequentate: da San Vito Lo Capo a Scopello, da Menfi  a Favignana, da Lampedusa a Marzamemi.


Il mare ragusano di Pozzallo,
località oggi scarsamente citata dalle guide
delle località marine della Sicilia.
La fotografia è di Antoci

L'autore delle schede dedicate ad ogni singola località descrive una Sicilia balneare dalla bellezza allora semplice e primordiale, spesso paesaggisticamente legata all'ambiente agricolo: scenari oggi per lo più scomparsi, per mano dell'uomo e della natura.
Di Terrasini scrive che il luogo si distingue per le "case bianche e luminose, ville e villini che si stendono in declivio fino alla spiaggia; vie rettilinee che si tagliano ad angolo retto. La campagna circostante è tutta coperta di olivi e vigne, produttrici di un vino di bella forza".


Ancora uno scatto di Fosco Maraini.
L'immagine venne realizzata a Vulcano
ed inquadra le isole di Lipari e Salina

Di Alcamo Marina invece segnala "la spiaggia profonda ed estesissima, di sabbia morbida e fina, con dune mobili che in certi punti si spingono fino a 500 metri nell'entroterra".
Il Lido Ponticello di Marsala attrae perchè "è una vasta distesa di sabbia morbidissima, posta al margine di un piatto tavolato tutto coperto di vigne e inciso dai solchi delle fiumare".
La Gela non ancora stravolta dagli impianti del petrolchimico appare "una stazione balneare assai frequentata; sotto la città la spiaggia distende una vasta fascia di morbida rena, dotata di uno stabilimento per bagni ( terrazza a mare e ristorante ) e di un buon numero di cabine".


Pescatori in mare lungo la costa
di Giardini-Naxos.
La fotografia porta la firma Licari

Nel lido di Pozzallo, invece, "le case si affacciano alla vista di dolcissime alture rivestite di un manto di olivi e di carrubi... La spiaggia distende due arenili: quello di Levante ( Pietre Nere ) e quello di Ponente ( Raganzino ): essi dispongono di tre stabilimenti balneari ritti su palafitte. Clientela distinta; mare azzurro..."


Porticciolo di pescatori ad Aci Castello,
con lo sfondo dei faraglioni di Aci Trezza.
La fotografia è firmata B.Stefani

La Sicilia costiera descritta in queste pagine, insomma, era quella in cui la fruizione balneare non riusciva ancora ad incidere sulla natura stessa dei luoghi, stravolgendone l'aspetto con parcheggi, villini abusivi e chilometrici stabilimenti balneari: un patrimonio immolato alle ragioni di uno sviluppo economico che molto spesso ha cancellato per sempre nell'isola "morbide rene" e visioni di "azzurro mare"


Faraglioni a Lipari,
ancora in una fotografia attribuita a
Fosco Maraini

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                               

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