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mercoledì 26 marzo 2014

ENNA, RISERVATA E DALLE TRADITE SPERANZE

Un reportage di Giovanni Centorbi svela nel 1965 il carattere severo di Enna e le promesse oggi svanite del suo sviluppo


Una panoramica di Enna,
la città siciliana raramente oggetto di reportage.
Quello riproposto da ReportageSicilia risale
al dicembre del 1965 e venne pubblicato
dalla rivista del TCI "Le Vie d'Italia",
a firma di Giovanni Centorbi.
Tutte le fotografie vennero eseguite
dall'"Agenzia Scafidi" di Palermo

La si incrocia percorrendo l'autostrada che unisce Palermo e Catania, ma difficilmente la si visita: il viaggiatore ne scorge per pochi minuti il profilo aggrappato alla montagna e prosegue la sua corsa.
Insieme a Caltanissetta, Enna è l'unica città della Sicilia a non rientrare nei normali itinerari turistici dell'isola: è troppo fredda e piovosa nei mesi invernali ed è troppo lontana dal mare per frequentarla in quelli estivi. 
Nel resto dell'anno, i viaggiatori gli preferiscono l'area archeologica di Piazza Armerina ( cittadina che strappò ad Enna anche l'ambita sede del vescovado ) rendendo legittimi i dubbi espressi nel 1984 da Matteo Collura.
"'Città pericolosa' definì Enna, Gastone Vuillier", scriveva in "Sicilia sconosciuta, cento itinerari insoliti e curiosi" ( Rizzoli )
Quindi Collura si domandava: 
"Pericolosa per il clima? O per il suo ammaliante fascino di città rupestre, luogo ideale per incantamenti e riemergere di miti?".


Scena di vita quotidiana
nei pressi della chiesa di San Francesco d'Assisi

Il destino di solitudine della città posta al centro dell'isola ha fatto sì che ben pochi giornalisti o narratori abbiano sentito il bisogno di raccontarla.
Così, spicca un reportage pubblicato nel lontano dicembre del 1965 dalla rivista del TCI "Le Vie d'Italia", a firma del giornalista e scrittore catanese Giovanni Centorbi ed intitolato "Enna antica e moderna".
A firmare le fotografie di quell'articolo - ora riproposte da ReportageSicilia - fu la "Agenzia Scafidi" di Palermo.


Uno scorcio della nuova Enna
nel retaggio di una società legata
a tradizionali forme di vita e lavoro 

"Città singolare, anche se a volte indecifrabile, che fu arbitra e vittima delle proprie sciagure fin dalle lontanissime origini, antesignana delle guerre servili e di una tenacia disperata nella difesa di sé - scriveva Centorbi - Enna è oggi nei suoi abitanti ( oltrepassando da tempo il numero di trentamila anime ) fedele come ieri ad un costume, anzi ad uno stile di vita che la distingue nettamente dalle altre popolazioni: riservata, contegnosa, spesso d'umore triste, pittoresca senza saperlo nella severità dei suoi rituali durante le processioni religiose, che inspecie il due luglio rinnovano intorno all'effige di Santa Maria della Visitazione classiche forme e colori dell'antica Grecia, mentre nella settimana di Pasqua i riti del Venerdi Santo assumono, coi funebri paramenti di strade e di case, un'impressionante, luttuosa grandiosità".


L'antichissima ed aspra natura di Enna
sembra emergere anche nei suoi scorci

Ricordando il Castello di Lombardia e gli studi archeologici di Paolo Orsi, Rossbach, Herbig, Adrian e di Alfredo De Agostino, Centorbi indicò allora la parte turisticamente più viva della città nelle "molte e belle chiese del Cinquecento e dei due secoli successivi, compresa la cattedrale, con la facciata secentesca e con le absidi del Trecento; chiese che nella Enna dei palazzi nuovi e delle nuove strade, fanno da ornamento e da sfondo, assieme a un gioiello quattrocentesco, il palazzo Pollicarini".

L'eleganza severa della torre ottagonale
fatta costruire da Federico II 

Infine, il reportage del TCI non mancò di tracciare un quadro sulla situazione economica di Enna e della sua provincia di allora:
"La terra: essa dà i cereali, i frutti, le ortaglie, ma offre anche a Enna dalle sue viscere i prodotti minerali. 
S'è aperto un gran ciclo, nel quale l'industria delle miniere e delle cave ( che vanno sempre di più mutando l'aspetto del paesaggio ), avrà non diremo il primo posto, ma gradualmente un effetto decisivo nell'economia della provincia.
Sui dossi che circondano l'altopiano, scavi all'aperto fumano di vapori acri, polvere di zolfo estratto per approvvigionare le industrie chimiche siciliane sparse sui campi un sottile manto giallastro.
Le operazioni di sterro sono state condotte dall'Ente zolfi, che ha reperito inoltre vasti giacimenti di sali potassici ( una riserva di circa 74 milioni di tonnellate, in fase di sfruttamento ) nei territori di Valguarnera, Mazzarino, Leonforte, Nicosia.


Il belvedere Marconi

A quest'opera di potenziamento economico danno un appoggio notevolissimo i gruppi industriali del nord, fra cui la Montecatini, che ha impianti per l'estrazione di sali potassici a San Cataldo e a Campofranco, e a Aidone la Snia Viscosa, con gli stabilimenti per la fabbricazione della cellulosa.
Proseguono intanto, da parte di aziende specializzate, gli investimenti nel campo zolfifero, in concorrenza con il mercato americano.
Questa, a nostro avviso, può essere la fortuna di domani, la via che nel futuro potrà condurre a una posizione di prestigio l'economia di Enna, ora a metà fra la terra e la miniera.
Senza voler fare gli indovini, ci sembra di vedere una svolta importante nel destino delle nuove e più impegnate generazioni...".


Lo scenografico santuario di Papardura,
in uno scenario dove l'asprezza di una natura millenaria
accoglie le testimonianze del moderno

Cinquant'anni dopo, l'ottimistico vaticinio di Giovanni Centorbi sulle fortune economiche di Enna è stato drammaticamente smentito dai fatti.
Le richieste dello zolfo da parte del mercato internazionale sono svanite, mentre le risorse agricole hanno dovuto fare i conti con la globalizzazione del commercio e le carenze imprenditoriali locali.
Da qualche anno Enna e la sua provincia fanno registrare i tassi di disoccupazione fra i più alti d'Italia; l'ultimo grido di dolore su questo stallo economico, nei giorni scorsi, è stata una "Fiaccolata per il lavoro" organizzata da varie sigle sindacali ed associazioni di categoria. 


   

   

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