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mercoledì 19 agosto 2015

UNA CELEBRAZIONE GARIBALDINA NELLA DEPRESSA SICILIA DEL 1960

Fotografie di un viaggio del Touring Club Italiano nel centenario dello sbarco dei Mille in Sicilia, fra commemorazioni ufficiali ed un riferimento ai vecchi e oggi ancora irrisolti "mali" dell'isola


L'omaggio di una corona di bronzo
di una delegazione di 400 soci del Touring Club Italiano
al busto di Giuseppe Garibaldi, nel 1960, a Marsala.
Quell'anno, in occasione del centenario dell'impresa dei Mille,
la Sicilia fu al centro di numerose celebrazioni dell'evento.
Le fotografie del post vennero pubblicate
nell'agosto del 1960 dalla rivista del TCI "Le Vie d'Italia"

Nel maggio del 1960 ebbero inizio in Italia una serie di celebrazioni per il centenario della spedizione garibaldina dei Mille.
Furono così organizzati convegni, ristampate biografie di Giuseppe Garibaldi e storie dell'impresa delle camicie rosse; i filatelici accorsero presso gli sportelli postali per acquistare una serie di francobolli dedicata alla spedizione sbarcata a Marsala.
Proprio la cittadina trapanese fu al centro di varie iniziative, culminate nella visita del Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi.
La sua presenza in Sicilia era stata caldeggiata durante un incontro al Quirinale dal Presidente della Regione Benedetto Majorana della Nicchiara, che dinanzi a Gronchi aveva decantato con enfasi le gesta di Garibaldi nell'isola.
Nel ricordo dei Mille, sbarcarono in Sicilia nel 1960 anche 400 soci del Touring Club Italiano, partiti da Genova a bordo della "Franca C." della Linea "C". 
Tra i loro bagagli, vi furono alcune corone di bronzo destinate ad adornare busti commemorativi e monumenti garibaldini incontrati durante l'itinerario commemorativo. 
Le fotografie di quel viaggio riproposte da ReportageSicilia vennero pubblicate sulla rivista "Le Vie d'Italia" nell'agosto di quell'anno.
Alle tradizionali tappe del tour garibaldino - Marsala, Calatafimi, Salemi, Milazzo, Palermo - si aggiunsero durante quel tributo del TCI alcuni eventi istituzionali con rappresentanti della politica locale.


La visita all'obelisco di Calatafimi

Nelle pieghe retoriche  dei  discorsi ufficiali, affiorò allora il riferimento alle condizioni di arretratezza che nemmeno il centenario dell'impresa dei Mille aveva cancellato in Sicilia:

"Un grande, moderno albergo - si legge nel reportage de "Le Vie d'Italia", siglato G.V.accoglie i croceristi a un pranzo onorato dai rappresentanti delle Autorità statali e della Regione Siciliana e da numerosi Consoli e amici del TCI.
Al saluto del nostro Presidente, che recò l'omaggio dei Soci alla Sicilia in occasione delle celebrazioni centenarie e sottolineò il contributo delle comitive guidate dal TCI come strumenti della conoscenza e della comprensione fra le varie regioni d'Italia, rispose, in rappresentanza del Governo Regionale, l'Assessore al Turismo, allo Spettacolo e allo Sport della Regione rilevando l'importanza del turismo come lievito di progresso dell'economia italiana e auspicando un più intenso afflusso di turisti italiani che contribuiscano alla comprensione dei problemi siciliani..."    

Già molti anni prima del 1960 e delle sue celebrazioni garibaldine, la storiografia meridionalistica e numerose inchieste sociologiche e giornalistiche avevano in evidenza i mali profondi sofferti dal Sud e dalla Sicilia; analisi e denunce oggi drammaticamente rilanciate dall'ultimo rapporto Svimez sul Mezzogiorno http://www.svimez.info/index.php?lang=it.


La visita al tempio trapanese di Segesta

Le conclusioni dell'istituto di ricerca sulla desertificazione economica e sociale del Meridione ricalcano quelle presenti nelle pagine di oltre mezzo secolo fa:  

"Sono bastati cento anni - scriveva proprio in quel 1960 Bruno Segre ( Il prezzo del Nord, Vallecchi Editore )- perchè un solco profondissimo si sia aperto fra due parti di una stessa nazione.
Mentre al Nord ( specialmente nel famoso triangolo industriale ) il tenore di vita ha raggiunto livelli europei di benessere, ed è possibile fare un raffronto non troppo svantaggioso tra Milano e Francoforte, o fra Torino e Bruxelles, al sud si vive ancora in troppe parti ad un livello miserando e tremendo: mentre al Nord vi sono operai specializzati che possono permettersi il lusso di comparsi l'automobile e di fare le ferie al mare, al sud si vive ancora in cinque, in dieci, in dodici per stanza.
Il progresso tecnico e civile, dunque, che dovrebbe essere un portato della storia, ha camminato solo per una parte del nostro Paese; l'altra è progredita troppo lentamente, quando non è rimasta ferma, quando addirittura non è regredita.
La Commissione Parlamentare che nel 1953 condusse un'indagine sulla miseria, scoprì situazioni raccapriccianti, livelli di vita da Paesi asiatici. 
Sfogliamo a caso un volume: 
'A Licata circa 3.000 famiglie, per un totale di 14.000 persone ( su 40.000 abitanti ) vivono in abitazioni di un solo vano, privo di servizi igienici.
Nella zona collinosa circa un migliaio di persone vivono in coabitazione con gli animali.
A Bonpensiere, in provincia di Caltanissetta, si macella il manzo una o due volte l'anno. Circa una metà della popolazione vive con gli animali.
A Favara, su 7.000 nuclei familiari, circa 4.000 abitano in case di un solo vano o quasi.
A Modica, circa 1.500 famiglie vivono in case inabitabili, 960 in grotte nella collina rocciosa.
Nulla oggi lascia sperare che le cose siano cambiate.


I pullman del tour siciliano dei soci del TCI
sul belvedere palermitano del monte Pellegrino

Sono trascorsi sette anni, gli italiani hanno ignorato e continuano ad ignorare quella inchiesta, e a Licata si continua a vivere in case di un solo vano e senza servizi igienici.
E se in sicilia ci sono persone che muoiono di fame, neonati che non possono essere nutriti perché manca il latte, non importa: arriverà sempre un festival televisivo o un matrimonio regale a distrarre il nostro pensiero, a sollevare la nostra facile coscienza..." 
  

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