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domenica 29 dicembre 2019

LE PERDUTE CROMIE DI SICILIA

Edilizia a Palermo.
Foto
Ernesto Oliva-ReportageSicilia

"La Sicilia - ha scritto lo scrittore, drammaturgo ed ex direttore regionale dei Beni Culturali Aurelio Pes, nell'articolo "Filosofia del colore" ( in "Sicilia dei colori", edito da Biblioteca centrale della Regione siciliana, Palermo, 2002 ) - vantava in passato una sua particolare tavolozza, ricavata da secoli di scambievoli influssi fra Oriente e Occidente, fra toni caldi e freddi.
Un archivio cromatico vastissimo che procedeva dalle più antiche tradizioni, non penetrate però nella nostra esperienza moderna, la quale, anzi, costituisce la resa più ampia allo strapotere dell'industria e al suo linguaggio meramente produttivistico.
Una valanga di nuove cromie ha così sepolto una sapienza fatta di attente combinazioni e vagli fini, azzerando un costrutto che ha resistito sino ai primi decenni del Novecento.
Da quel periodo infatti cemento e colori sintetici, con figure e modalità elaborate altrove, hanno spazzato l'arcaica civiltà ancor prima della Seconda Guerra mondiale, al cui termine ecco affiorare ignobili periferie, disprezzo per la natura, consumi vistosi e demolizione dei centri urbani.
Il tutto adulterato dal degrado delle coste, dal proliferare di una edilizia priva di campiture, dall'introduzione incolta d'essenze arboree..."

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