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lunedì 10 febbraio 2020

LE "PRODIGIOSE TRIGLIE" DI MONDELLO DI ERCOLE PATTI

Barche di pescatori a Mondello.
L'immagine venne pubblicata nel settembre del 1969
dalla rivista "l'Italia"

Nell'estate del 1952, Ercole Patti abbandonò le amate frequentazioni delle coste catanesi per trascorrere una serata a Mondello, la marina dei palermitani.
Fu l'occasione per concedersi una cena a base di pesce, godendo del paesaggio e dei suoi odori:

"La spiaggia si stende quieta e il mare vi respira sopra appena appena, lambisce le chiglie delle barche tirate a secco, le prue candide dei sandolini che giacciono sulla sabbia.
Giungono a tratti sulla veranda folate di aria salmastra forte e gustosa; odore di alghe marine, vive e carnose come tentacoli di animali..."

Lo scrittore residente ormai da molti anni a Roma ebbe insomma modo di scrivere un'altra vivida e realistica pagina di vita siciliana del tempo, in linea con il giudizio di Eugenio Montale, secondo cui "è impossibile scrivere meglio di lui, con più scaltra misura, con gusto più perfetto".
In quegli appunti che rievocano oggi la bellezza estiva di Mondello di settant'anni fa - pennellate di parole apparse su "La Stampa" il 15 agosto del 1952 - Ercole Patti non mancò di celebrare la cucina di pesce locale, confermando la capacità di descrivere pesci e frutti di mare con una passione non solo gastronomica: 

"Nelle cucine dei ristoranti cominciano a friggere piano piano le prodigiose triglie di Mondello.
Triglie vive e compatte, spruzzate di carminio e d'argento la cui polpa si stacca sotto la forchetta in piccole schegge salde e gustose, lubrificate da un olio leggero; odorano di iodio e di salsedine.
Le trance di pescespada palpitano sopra le triglie; fra breve verranno servite coi segni della graticola stampati a fuoco e un po' di prezzemolo sopra…"  

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