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lunedì 20 aprile 2020

IL VIRUS E LA RISCOPERTA DELLE COSTE SICILIANE

Solitaria presenza su una spiaggia siciliana.
Foto di Ludwig Windstosser
pubblicata dalla rivista "Sicilia"
nel marzo del 1953

Chissà come sarà la ormai prossima estate nei mesi del coronavirus.
Già adesso, ai primi tepori che preannunciano calure ben più radicali, l'uso di guanti e mascherine comincia a mettere a dura prova la resistenza al sudore ed all'impaccio nei movimenti.
Potremo liberarcene per fare un bagno, ovviamente, e, si spera, anche per stenderci al sole.
Gli stabilimenti balneari preannunciano l'adozione di misure di sicurezza sanitaria; non si sa esattamente quali, anche se è logico auspicare ed aspettarsi la fine della condivisione forzata di pochi metri quadri di arenile o le nuotate in slalom fra altri bagnanti.
Saremo quindi costretti a riscoprire una dimensione più naturale dell'ambiente marino, mettendo da parte l'abitudine alla calca della spiaggia palermitana di Mondello o di quella della Plaia, a Catania.
Dovremo ripensare il rapporto con battigie e scogliere rocciose: non più luoghi da assaltare per il nostro legittimo bisogno di vivere il mare, ma spazi naturali da godere nel rispetto della loro capacità di sopportare l'impatto antropico estivo.
Malgrado gli scempi ambientali e l'impraticabilità di una parte dei tre litorali, la Sicilia - con i suoi 1039 chilometri di costa ( "440 sul mare Tirreno, 312 sul mare d'Africa, 287 sullo Jonio", conteggiò Leonardo Sciascia ) - può ancora garantire un'equa distribuzione del suo popolo di bagnanti.



Spiagge e marine rocciose semideserte abbondano lungo le coste delle otto province lambite dal mare, quasi del tutto ignorate per la pigrizia di chi è abituato a frequentare gli affollatissimi lidi più vicini a grandi e piccole città.
La necessità di distanziarci, insomma, potrà migliorare la qualità delle nostre giornate al mare, con una fruizione equilibrata dell'ambiente: più rispettosa della natura e di quello stesso concetto di relax che - in maniera distorta - siamo stati finora capaci di intendere.

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