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sabato 11 dicembre 2021

IL COMUNE CAMMINO DEI FENICI E DEI TONNI NEI MARI DI SICILIA

Pesca del tonno.
Pavimento settecentesco in maiolica
esposto al Museo Agostino Pepoli a Trapani.
Fotografie Ernesto Oliva-ReportageSicilia


"Una dissertazione letteraria, colta e a volte struggente". Così Matteo Collura definì il saggio introduttivo scritto nel giugno 1986 a Milano da Vincenzo Consolo al libro "La pesca del tonno in Sicilia" ( Sellerio, Palermo, 1986 ), aggiungendo che la caccia marina ai tonni "diventa una sorta di metafora della Sicilia, delle sue dominazioni, delle sue occasioni o risorse non sfruttate o sprecate".



Nell'analisi di Consolo della storia della pesca del tonno nel Mediterraneo, la Sicilia diventa centro ed epilogo del loro tragico destino di morte con il rito della mattanza ( dallo spagnolo "matar", uccidere ). E rifacendosi ai tempi più antichi di questa pesca, nel suo saggio lo scrittore messinese accomuna le rotte solcate dai fenici a quelle percorse dai grandi pesci pelagici:  

"Viene dunque a branchi dall'Atlantico, il tonno, oltrepassa la strettoia di Gibilterra e s'espande per il basso e l'alto Mediterraneo, per le coste nord-africane, per quelle sarde, corse, spagnole e francesi.



Ma in maggior numero viene a quell'isola grande che incontra al centro del suo cammino, alla Sicilia, incrocio e centro anche oggi d'ogni antica navigazione dell'uomo. E sembra, quello del tonno, lo stesso cammino dei fenici, che provenendo dall'opposta parte, dall'Oriente, sulle loro snelle e veloci navi dalle vele purpuree, dall'occhio apotropaico, grande e rotondo dipinto sull'alta prora, sulle loro navi-tonno, per le stesse coste navigavano, negli stessi luoghi approdavano, aprendo empori di scambi d'oggetti e di civilizzazione. 



E ci piace credere che questi disincantati e pratici mercanti, questi punici che posero a simbolo il tonno sulle loro monete, abbiano per primi apparecchiato un sistema di reti, una prima rudimentale tonnara non troppo lontano da quel piccolo porto di Mozia, ancora oggi intatto nelle sue banchine di tufo, nei suoi edifici intorno..." 

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