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giovedì 3 marzo 2022

L'ABBANDONO DELLO SPASIMO DI PALERMO NEGLI SCATTI DI ROBERTO COLLOVA'

L'interno della chiesa di Santa Maria dello Spasimo
prima degli interventi di recupero
realizzati fra il 1988 ed il 1995.
Le fotografie del post
sono state realizzate dall'architetto Roberto Collovà,
opera citata


Prima della liberazione da tonnellate di macerie provocate nel centro storico dai bombardamenti del 1943 ed accatastate al suo interno, la cinquecentesca chiesa di Santa Maria dello Spasimo era un monumento perduto alla memoria dei palermitani. Come ha scritto Roberto Alajmo in "Palermo è una cipolla" ( Laterza, 2005 )

"Nemmeno compariva nelle guide; la maggior parte degli stessi abitanti della città ne ignorava l'esistenza o ne aveva sentito parlare come di un luogo leggendario e perduto. Una specie di Atlantide urbana..."

Con un attivismo ed una visione del "fare" assai rara a Palermo, fra il 1988 ed il 1995 lo Spasimo fu riportato all'aspetto attuale: un rudere pienamente leggibile nella sua originaria maestosità ma con il fascino romantico causato dalla sua rovina, cui ha contribuito - nel Settecento - il crollo delle navate. Da allora, palermitani e turisti hanno scoperto la singolare magnificenza di questo monumento, diventato uno dei noti e visitati luoghi della città. Insieme agli anonimi resti edilizi di palazzi e fabbriche distrutte dalle bombe, prima della sua bonifica lo Spasimo ha ospitato anche capitelli, portali e sculture provenienti da chiese ed edifici distrutti o danneggiati dalla guerra: materiale che andò ad aggiungersi a quello accumulato in età borbonica, quando la costruzione fu adibita a deposito comunale. Una delle pochissime documentazioni fotografiche disponibili sullo stato dei luoghi prima del recupero della chiesa si deve agli scatti dell'architetto Roberto Collovà, già docente alla Facoltà di Architettura di Palermo e vincitore di numerosi premi internazionali per le sue progettazioni in Sicilia ed all'estero. Le fotografie di Collovà illustrarono il saggio di Silvana Braida Santamaura "palermo viva", edito nel 1972 dal Rotary Club Palermo Est. Il volume offre una preziosa testimonianza di vita ed architettura palermitana negli anni in cui tutela e recupero del patrimonio monumentale cittadino erano ancora principi in embrione.






"Chi l'ha ricostruita - ha sottolineato Francine Prose in "Odissea siciliana" ( Feltrinelli, 2004 ) decrivendo Santa Maria dello Spasimo - non tanto restaurata, quanto piuttosto trasformata e rivitalizzata, aveva in mente un altro progetto, che non prevedeva il desiderio di rifarla integralmente, di ripararla e di rimetterla a nuovo. Intelligentemente aveva capito che i danni subiti - gli affronti ricevuti durante gli anni in cui fu di volta in volta teatro, lazzaretto per gli appestati, ospizio per i poveri, ospedale - fino al colpo di grazia inferto dai bombardamenti alleati, aggiungevano valore alla sua bellezza e le conferivano un ruolo simbolico e significativo..."





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