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domenica 9 giugno 2024

CASTELLI DI SICILIA: L'IMMAGINE DEI LUOGHI OSTILI DEL POTERE FEUDALE

Resti del castello di Isnello.
Foto
Ernesto Oliva-ReportageSicilia


Nel corso della sua lunghissima ricerca storica ed archeologica, Ferdinando Maurici ha indicato in trecento i castelli medievali sparsi su montagne, vallate e coste della Sicilia. Il dato rimanda alla forte presenza di un potere centrale di tipo feudale che sin a partire dal secolo XI - per esercitare il proprio controllo del territorio, temendo più le rivolte interne che le invasioni di eserciti stranieri - ha posizionato fortificazioni e castelli variamente sopravvissuti nei secoli ad assalti, spoliazione del pietrame per usi civili e degrado strutturale.

 "L'isola - ha scritto Maurici in "Castelli Medievali in Sicilia da Carlo d'Angiò al Trecento" ( ASSO Agenzia di Sviluppo della Sicilia Occidentale, 2020, Palermo ) - è "anche" terra di castelli. Pur se l'immagine culturale e turistica della Sicilia è normalmente e meritatamente affidata all'immancabile tempio della Concordia e ai mosaici di Piazza Armerina; o, se proprio di medioevo si vuole parlare, al falso ( ormai a sua volta storicizzato ) delle cupole rosse di San Giovanni degli Eremiti o agli inattangibili pantocratori di Monreale, della Cappella Palatina e di Cefalù, tardivamente insignite dell'alloro UNESCO. Terra "anche" di castelli; non paragonabile per quantità ( spesso anche per qualità ) ad altre regioni europee, specialmente di confine...



Odiati e temuti per secoli, hanno spesso resistito all'attacco degli uomini e del tempo. Luogo fisico e simbolo del potere regio lontano e della prepotenza vicinissima dei feudatari e dei loro ufficiali, dei gabelloti e di pre- o proto-mafiosi vari; del prelievo feroce sul lavoro, delle gabelle e dei "terraggi"; di una giustizia lentissima a consumare i prigionieri rinchiusi al macero nei "dammusi" e nelle fosse dei castelli ma lestissima nel decapitare, nell'impiccare, nello smembrare, nell'esporre orripilante macelleria umana..."  

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