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domenica 15 maggio 2016

IL SOGNO BALNEARE DI ISOLA DELLE FEMMINE

Un reportage del 1953 pubblicato da "Italia Mondo" illustra la condizione di un paese dai forti legami con i suoi emigranti americani e desideroso di uno sviluppo turistico locale

La costa deserta di Isola delle Femmine
in una delle fotografie pubblicate
dalla rivista "Italia Mondo" nell'aprile-maggio del 1953

Sorta come frazione di Capaci nel 1799, Isola delle Femmine si ingrandì rapidamente nell'arco di pochi decenni, tanto da essere elevata a rango di Comune del 1854.
Il paese ha mantenuto sino ad oggi le sue tradizioni legate alle attività della pesca; pur con gli inevitabili moderni stravolgimenti edilizi conserva un'ambientazione dominata dalla vastità del cielo, dal grigio delle rocce e dalle diverse tonalità del mare.
La presenza poi del suo caratteristico isolotto con una poderosa torre di avvistamento ridotta a rudere fa di Isola delle Femmine una delle poche e reali borgate marinare di Palermo.
Le immagini della cittadina riproposte da ReportageSicilia vennero diffuse dalla rivista "Italia Mondo" nel numero di aprile-maggio del 1953.
La pubblicazione - edita a Palermo e diretta da Franco Nacci - era "affettuosamente dedicata agli italiani all'estero e a tutti i nostri amici in Italia e nel mondo".

Un primo sviluppo dell'economia turistico-balneare
ad Ovest della cittadina marinara palermitana

Per questo motivo, il reportage di Gina Scaduto dedicato ad Isola delle Femmine dava conto delle vicende di emigrazione di molti dei suoi abitanti negli Stati Uniti, fra Monterey, Pittsburg ( città oggi gemellata con Isola ) New York e Detroit.
All'epoca del racconto della Scaduto, il paese contava duemila persone e poteva contare su un prezioso aiuto economico dei propri emigrati, il più noto dei quali fu il campione del baseball, Joe Di Maggio:

"Nel 1938, inviarono 7.000 lire ( una bella somma per quei tempi ) che servì alla riparazione di strade.
Subito dopo la guerra - si legge nell'articolo di "Sicilia Mondo"  - un componente della famiglia Di Maggio venne ad Isola e distribuì alla popolazione indumenti e vestiario per l'ammontare di quattro milioni di lire.
Attualmente quattro 'isolani', stabilitisi in America, sono tornati per trascorrere un periodo di vacanza con i parenti nel loro paese natale, altri arriveranno in primavera"

Un vecchio cartello stradale
posizionato all'ingresso di Isola delle Femmine,
lungo il percorso della strada statale 113

Nell'articolo, la giornalista diede conto  anche  dell'aspettativa della popolazione di Isola delle Femmine di  uno sviluppo turistico della lunga spiaggia ad Ovest del centro abitato. 
Evidentemente, i proventi della pesca e le rimesse degli emigranti cominciavano allora a non garantire il pieno sostentamento del paese:    

"La Plaja inizia subito dopo l'abitato ed occupa circa la metà della costa che va da Torre Muzza alla Punta del Passaggio.
La spiaggia è lunga tre chilometri ed ha un arenile della larghezza media di cento metri che consentirebbe una capienza giornaliera di 8.000 o 10.000 bagnanti.
Vi sono ragioni fondate per giustificare queste speranze.
Infatti poiché Mondello non è più sufficiente ad accogliere i cittadini ed i turisti che da maggio all'ottobre affluiscono al suo Lido, l'Ente Provinciale per il Turismo ha volto la sua attenzione verso questa zona.
Da ciò la speranza degli abitanti di Isola..." 

Una testimonianza del legame fra gli emigrati
negli Stati Uniti di Isola - in gran parte pescatori -
ed il culto palermitano di Santa Rosalia.
Il manifesto pubblicizza il Festival dei Pescatori
di Monterey, in California, nel corso del quale
- il 15 ed il settembre del 1951 -
ebbe luogo la benedizione delle barche da pesca
      
 

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