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sabato 17 novembre 2018

MODERNITA' E TRADIZIONE DI UN MOTOCARRO SULLE STRADE DELL'ISOLA

Fotografia tratta dalla rivista
"Quattroruote", edita nel giugno del 1960
"Ecco come ha combinato motocarro e carrettino un commerciante siciliano, fedele alle folkloristiche tradizioni della sua isola e amante della indispensabile velocità consentita dal motore"

Questa didascalia illustrò nel giugno del 1960 la fotografia pubblicata dal mensile milanese "Quattroruote", ora riproposta da ReportageSicilia.
La fotonotizia dedicata al motocarro Piaggio decorato in Sicilia come un tradizionale carretto trovò spazio nella pagina in cui si dava conto dell'imminente presentazione negli Stati Uniti della nuova Dodge Chrysler "Valiant" da 101 cavalli.
L'accostamento delle due notizie, forse, non fu casuale: nell'epoca del pieno sviluppo dell'industria automobilistica mondiale - e della vertiginosa diffusione in Italia di automobili e moderni veicoli da lavoro - quel motocarro dipinto restituiva l'immagine di una Sicilia che si affacciava alla nuova era dei trasporti conservando i segni  "folklorici" - secondo l'opinione di "Quattroruote" - dei suoi antichi carretti.
O forse, come ha scritto Antonino Buttitta in "Il carretto racconta"  ( Edizioni Giada, 1982 ), i carrettieri diventati camionisti o conduttori di motofurgoni "hanno cercato significativamente di trasferire sui nuovi mezzi di trasporto il repertorio pittorico dei carretti" per sottolineare, ancora una volta - in piena evoluzione dei trasporti - il proprio prestigio sociale.




1 commento:

  1. Modifica radicale,
    l'ex carrettiere infatti non si è limitato a semplici decorazioni ma ha sostituito l'intero pianale del motofurgone, sponde comprese, impiantando al suo posto quello di un carretto del quale ha mantenuto inalterata la struttura.
    Nella foto sono chiaramente visibili:
    le “aste” (le stanghe con le quali si collega il cavallo al carretto),
    la “chiave” posteriore (elemento ligneo intagliato e decorato che collega le aste),
    il “tavulazzu” posteriore (prolungamento del piano di carico, in quello posteriore sono presenti i fori in cui inserire i barruni del putteddu),
    il “putteddu” (sponda posteriore, è un elemento mobile del carretto, estraibile per agevolare le operazioni di carico e scarico),
    i “masciddari” (le due sponde laterali del carretto),
    i “barruni” (i pioli in legno che servono per fissare le sponde al carretto, si incastrano nei chiumazzeddi),
    i “chiumazzeddi” (sono posti ortogonalmente alle aste e reggono le tavole del piano di carico, le estremità sporgenti possiedono il foro nel quale si inseriscono i barruni).

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