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martedì 11 febbraio 2014

CORRIERE SULLE STRADE DELL'ISOLA

Due fotografie tratte dal saggio "Il Viaggio dell'Anas" edito da Il Sole 24 Ore-Alinari ricordano i tempi d'oro del trasporto pubblico nell'isola





Le due fotografie riproposte da ReportageSicilia sono tratte dal volume "Il Viaggio dell'Anas, 1928/2010", di Amerigo Restucci e Stefano Baietti, edito da Il Sole 24 Ore-Alinari.
Le immagini risalgono agli anni Trenta dello scorso secolo e ritraggono il viaggio di alcune corriere nell'isola in un periodo in cui la scarsa diffusione delle automobili le rendeva l'unico mezzo possibile di collegamento stradale fra paesi e città.
La prima fotografia contiene un'elegante didascalia che individua data, luogo e circostanza dello scatto:
"Inaugurazione degli Autobus Gran Turismo del Garage Mucera Lungo lo stradale Termini - Cerda stazione - Cefalù, 8/1/1933 XI".
La carovana delle corriere è in transito sull'attuale strada statale 113, su un percorso reso noto dalla Targa Florio; l'azienda Mucera - come suggerito dalla locandina pubblicitaria riproposta nel post - aveva sede a Palermo e offriva anche collegamenti con Taormina.


La seconda fotografia mostra invece una corriera della Sitas di Catania impegnata nel collegamento fra la città e la zona alberghiera dell'Etna, a 1715 metri di quota.
Nel secondo dopoguerra, la diffusione dei servizi di trasporto su autolinee - complice anche la concessione dei contributi regionali ed una gestione spesso clientelare - si sarebbe affermata in tutta la Sicilia; a farne fede, è questa indicazione contenuta nella Guida Rossa del TCI del 1953:

"Una fitta rete di autolinee con servizi rapidi si estende su tutta la regione, collegando fra loro i vari centri e spingendoli anche nelle regioni interne più solitarie e isolate.
Il turista troverà spesso più conveniente, per rapidità e comodità di trasporto, servirsi di queste autolinee, anzichè delle ferrovie...".


Alla presenza ed al ruolo delle corriere nella storia stessa della Sicilia dei decenni passati è infine legato uno dei più famosi incipit dei romanzi di Leonardo Sciascia, "Il giorno della civetta" ( Giulio Einaudi, 1961 ):

"L'autobus stava per partire, rombava sordo con improvvisi raschi e singulti. La piazza era silenziosa nel grigio dell'alba, sfilacce di nebbia ai campanili della Matrice: solo il rombo dell'autobus e la voce del venditore di panelle, panelle calde panelle, implorante ed ironica. Il bigliettaio chiuse lo sportello, l'autobus si mosse con un rumore di sfasciume. L'ultima occhiata che il bigliettaio girò sulla piazza, colse l'uomo vestito di scuro che veniva correndo; il bigliettaio disse all'autista - un momento - e aprì lo sportello mentre l'autobus ancora si muoveva. Si sentirono due colpi squarciati. l'uomo vestito di scuro, che stava per saltare sul predellino, restò per un attimo sospeso, come tirato su per i capelli da una mano invisibile; gli cadde la cartella di mano e sulla cartella lentamente si afflosciò".







  

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