Translate

martedì 6 ottobre 2020

UN INTERESSATO INGANNO DEI TONNAROTI DI PORTO PALO DI CAPO PASSERO

Gruppo di pescatori
a Porto Palo di Capo Passero.
La fotografia venne pubblicata
nell'opera "Italia Nostra", volume 4,
edita nel 1965 da Federico Motta Editore


La tonnara di Capo Passero ha avuto una storia secolare, ed una fama di pescosità che meritò le attenzioni dello scrittore romano Caio Giulio Solino - sua l'indicazione della "magna thynnorum copia" del mare di Pachino - e, in seguito, del poeta pisano Fazio degli Uberti.

Quest'ultimo, nel XIV secolo, riferendosi all'abbondanza dei tonni di quel mare, scrisse:

"Passato Compassaro e volti al canto di Pachino, vedemmo andare in frotta tonni per mare che parea un incanto..."

Oltre che per l'abbondanza di tonni, questa tonnara siracusana ebbe notorietà per un'altra e meno rimarchevole fama: gran parte dei tonnaroti venivano infatti designati fra i reclusi del carcere allestito all'interno del forte dell'isolotto di Porto Palo di Capo Passero.

Di conseguenza, pare che durante le attività di pesca dei tonni, i galeotti non mancassero di dare corso a qualche espediente che permettesse loro di arrotondare i miseri compensi ricevuti dai proprietari della tonnara.



"Secondo una voce raccolta a Portopalo presso alcuni ex-tonnaroti - ha scritto Sebastiano Burgaretta in "L'isola di Capo Passero", edito dall'Ente Fauna Siciliana nel 1988 - nei primi del Novecento, quando le annate registravano abbondante passaggio di tonni, qualche tonnaroto si prestava, clandestinamente e dietro lauto compenso, ad assecondare gli interessi e le manovre di qualche commerciante privo di scrupoli, il quale intendeva forzatamente fare alzare il prezzo dei tonni limitandone la mattanza, a seconda delle condizioni di mercato.

A tale scopo si ancorava di notte una carogna di capra nella zona di mare in cui passavano i tonni, i quali pare che venissero allontanati dal cattivo odore della carogna.


Quando il commerciante aveva smaltito il pescato giacente in magazzino, allora, sempre clandestinamente, la carogna veniva rimossa dal tonnaroto connivente.

Si spiegavano così repentini e periodici movimenti di tonni che apparivano inspiegabili agli stessi tonnaroti..."


Nessun commento:

Posta un commento