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lunedì 22 marzo 2021

MONTE PELLEGRINO ED IL CONTRASTO DI IMPRESSIONI DI MATTEO COLLURA

 

Monte Pellegrino
in una fotografia accredita
all'Assessorato regionale al Turismo
nel marzo del 1965

Lasciando da parte l'entusiastico giudizio che ne fece in un lontanissimo 1787 il Goethe - l'apprezzamento di una bellezza oggi sfregiata da una caotica inondazione urbana di cemento - il monte Pellegrino rimane comunque una presenza che connota in modo determinante l'immagine di Palermo.

Fra coloro che hanno manifestato le contrasti impressioni provocate dal profilo della roccia del Pellegrino e dalla sottostante metastasi  edilizia - un intreccio di sensualità ed inquietudine indotto dal "subbuglio di condomini nel quale la città in anni recenti è finita affogata" - figura Matteo Collura.

Nel saggio "In Sicilia" ( Longanesi & C., Milano, 2004 ), il giornalista, scrittore e saggista agrigentino scrive:    

"Tra poco, laggiù dove il sole tramonta, attraverso un leggero velo di vapori apparirà il sensuale profilo di monte Pellegrino; e quel mare apparirà 'cu Palermu nte vrazza', come dice Ignazio Buttitta, il poeta qui nato e vissuto, quel meraviglioso cantore che nella memoria di chi lo ha conosciuto ha il volto, le mani, la voce di questo tratto di costa.

Altro scatto di monte Pellegrino.
La fotografia è di Gaetano Armao
ed è tratta da "Sicilia"
pubblicato nel luglio del 1956
da S.F.Flaccovio Editore Palermo


E davvero da qui si avverte una promessa di città gentile, accogliente, appagata di essere tenuta in braccio da un così paterno mare, vegliata da un promontorio che sembra emergere per rendere spettacolare questo luogo. Tutt'altra cosa la città, vista dall'alto della stessa montagna che la protegge; da lassù ne ho un ricordo inquietante, come di massa informa che si espande, si espande, immemore e violenta..."

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