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sabato 14 ottobre 2023

NOTIZIE DEL GIORNALE "L'ORA" SUL GRATTACIELO INA, IL "K2" DI PALERMO

Fotografie del post
Ernesto Oliva-ReportageSicilia


"La costruzione copre circa 1.500 metri quadrati di superficie, di cui 700 occupati dalla torre che avrà un'altezza di 76 metri, e terminerà con una cupola di acciaio e vetri di 12 metri. Nel suo complesso vi saranno 18 piani, oltre al piano terra, allo scantinato e ad un subscantinato. Questi ultimi saranno adibiti a magazzini ed uffici, il piano terra a negozi, ad uffici i primi quattro piani, mentre dal sesto al quattordicesimo piano sono previste abitazioni private con appartamenti da 4 a 7 camere rifiniti con gran lusso. I rimanenti piani serviranno per locali pubblici: ristorante, grill room, night club. La torre sarà servita da  quattro ascensori ed un montacarichi. A 40 e 60 metri di altezza e sulla cupola, saranno installati degli ordini di lampeggiatori per segnalazioni ad uso di aerei... E stata impiegata maestranza con una media di 150 operai al giorno, dei quali circa 60 specializzati. Per il momento quattro ditte lavorano ancora per le rifiniture: impianti igienico sanitari, impianti elettrici e telefonici; marmi, riscaldamento, ecc..."

Disegno tratto
dal quotidiano "L'Ora"
del 9 ottobre 1955


Con queste notizie pubblicate il 9 ottobre del 1955, il giornale "L'Ora" diede ampio risalto all'imminente completamento di quello che ancor oggi è il più alto edificio di Palermo: il "grattacielo" dell'Istituto Nazionale delle Assicurazioni, ribattezzato dal quotidiano come il "K2" della città. Il prologo alla costruzione del palazzo, progettato secondo i canoni del razionalismo dall'architetto milanese Carlo Broggi - uno degli ideatori del palazzo delle Nazioni Unite, a Ginevra - si lega alla vendita dei terreni dell'ex rione Villarosa da parte dell'omonimo Consorzio Immobiliare, nel 1948, al Banco di Sicilia



Quest'ultimo organizzò un concorso di idee per la costruzione di quella che sarebbe dovuta diventare - a poche centinaia di metri dal centro storico ancora devastato dalle bombe del 1943 - la moderna "city" di Palermo: un quartiere capace di concentrare intorno ad una corte quadrangolare porticata le sedi di banche, assicurazioni, negozi, ristoranti, un cine teatro ed altri edifici con funzioni prevalentemente commerciali. Lo stesso grattacielo, con la sua originaria destinazione residenziale condivisa nei piani superiori con la presenza di luoghi pubblici, avrebbe dovuto riassumere la filosofia del nuovo progetto urbanistico.  



L'area dove realizzare questo piano era in origine occupata dalla villa Notarbartolo di Villarosa e da alcuni campi da tennis, che vennero sacrificati per dare corso ai lavori. Quelli per la costruzione del grattacielo dell'INA, avviati nel 1952, furono preceduti da una diversità di vedute fra l'architetto Broggi e la Commissione Edilizia del Comune: prima del via libera al cantiere, il confronto produsse infatti nove diversi progetti. La consulenza tecnica per i calcoli di cemento armato fu affidata all'ingegnere Arturo Danusso, del Politecnico di Milano, considerato come il maggior esperto italiano delle costruzioni in conglomerato cementizio armato. La direzione dei lavori, eseguiti dall'impresa palermitana CEFA dei fratelli Amoroso, fu invece assegnata all'ingegnere Antonino Accascina. 

















Oggi il "K2" di Palermo - smantellato nel 2011 il caratteristico logo ovale dell'INA - continua a torreggiare sul rettangolo di piazzale Ungheria, quest'ultimo ridotto alla funzione di parcheggio. I portici dell'area area commerciale che all'inizio degli anni Cinquanta dello scorso secolo dovevano ambiziosamente testimoniare la rinascita di Palermo mostrano uno stato di degrado. Gran parte delle saracinesche e dei portoni sono sbarrati da anni; ovunque si notano i segni di un abbandono che rispecchia la depressione economica della città dei nostri tempi.  

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