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domenica 19 novembre 2023

COMISO, L'IRRINUNCIABILE "FAR SUD" DI GESUALDO BUFALINO

Architettura a Comiso.
Nella foto che segue,
il busto di Gesualdo Bufalino
collocato all'interno del Municipio.
Foto Ernesto Oliva-ReportageSicilia


Leonardo Sciascia abbandonò spesso il suo rifugio di contrada Noce, a Racalmuto, per vivere a Palermo e per frequentare Parigi e Roma. La capitale francese per un profondo legame di natura letteraria, quella italiana per l'esigenza di espletare il ruolo di parlamentare. Vincenzo Consolo lasciò invece Sant'Agata di Militello per vivere e lavorare per molti anni a Milano. Gesualdo Bufalino - contemporaneo di Sciascia e Consolo, a formare una triade di scrittori eternata dalle fotografie di Giuseppe Leone - ha invece scelto di non abbandonare mai la nativa Comiso, scrivendo "pagine e pagine sugli eterni rompicapo del mio paese e sulle sue persone", in un luogo descritto come "piccolo borgo del Far Sud, fra i monti Iblei e il mare".



"La piazza - spiegò Bufalino in "Il Fiele Ibleo" ( Avagliano&Editore, Cava dei Tirreni, 1995 ) -  è il cuore, largo e pieno, del mio paese. In tutto uguale - mi lagnavo da ragazzo - al cortile dell'Ucciardone, salvo che dall'Ucciardone si scappa più facilmente. Non so come, tuttavia, ho deciso di rimanerci per sempre, senza pentimenti e rancori, anzi ogni volta più convinto di non uscirne. Non che qui si stia meglio che altrove, ma anche una talpa si abitua alla sua tana di terra, anche un malato s'affeziona al suo polmone d'acciaio. Io, questo luogo, ho cominciato ad amarlo quando era facile, e ora è troppo tardi per smettere. Del resto, un inferno vale l'altro..."

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