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domenica 31 dicembre 2023

I CENT'ANNI DELLA TRAGEDIA DEL "DIXMUDE" NEL MARE DI SCIACCA

La copertina del settimanale 
"La Tribuna Illustrata" 
del 6-13 gennaio 1924
dedicata alla tragedia del "Dixmude".
Fotografie Ernesto Oliva-ReportageSicilia


La notte del 21 dicembre del 1923 una violenta tempesta investì il tratto di mare fra le coste agrigentine e quelle del Nord Africa. Alle ore 2.08, da un luogo distante circa 300 km da Biserta, il dirigibile francese "Dixmude" - partito il 18 dicembre dalla Provenza con destinazione il deserto algerino - diffuse un ultimo messaggio: "Ritiriamo la nostra antenna a causa del temporale". Un'ora dopo, a Sciacca, il capotreno Salvatore Puleo, uscendo da casa per prendere servizio alla locale stazione, vide le facciate delle case di piazza del Popolo illuminarsi per pochi secondi di una luce simile a quella di un'alba. Nello stesso momento, altre persone impegnate in lavori notturni osservarono il fenomeno; alcuni di loro, notarono una grande fiammata in cielo, seguita dalla caduta di scie luminose in direzione del mare di capo San Marco. Due pastori che custodivano il loro gregge in località Misilifurmi aggiunsero di avere udito un tuono violento seguito da un grande bagliore. Alle ore 15.30 del 26 dicembre - quando già la Francia aveva da giorni attivato le ricerche del "Dixmude" fino al mare della Libia - gli equipaggi delle due paranze di Sciacca "San Nicola" e "San Giovanni", a 10 chilometri dalla costa di capo San Marco, ripescarono nelle reti il cadavere di un uomo. 



Bastarono poche ore per identificare quel corpo in un ufficiale aviatore francese, riconoscendolo dal grado e da un'aquila stilizzata sulla divisa. Il cadavere del tenente di vascello Jean Comte Du Plessis de Grenedan, comandante del "Dixmude" ( uno "Zeppelin" tedesco ottenuto dalla Francia come risarcimento per i danni patiti durante la I guerra mondiale ) presentava decine di fratture, provocate dall'esplosione del dirigibile e dell'impatto violento con la superficie del mare. Il recupero dei resti di Du Plessis diede conferma che il "Dixmude" era andato perduto nel mare al largo di Sciacca perché colpito da un fulmine che ne aveva fatto esplodere l'involucro gonfiato con idrogeno. Con lui, morirono 39 componenti dell'equipaggio e dieci osservatori civili. Le ricerche in mare ed a terra portarono al recupero di molti detriti del dirigibile, sparsi su un'area piuttosto vasta: frantumi di tela gommata, cavi, rottami di ferramenta, una bandiera francese con segni di bruciature, apparecchiature telegrafiche, brandelli di divise e di vestiario. Nei primi giorni di ricerche, il mare restituì anche alcuni resti umani; nel febbraio e nell'aprile del 1924, lungo le coste di Porto Empedocle e di Mazara del Vallo, furono recuperati i corpi di un uomo non identificato e del sottufficiale Marie Antoine Guillaume. La tragedia del "Dixmude" creò in quei mesi un legame tuttora vivo fra Sciacca e la Francia, reso oggi visibile da un mausoleo edificato nel 1927, da un busto del comandante Du Plessis e da una statua della Vergine di Fuoriviere donata nel 1954 dalla famiglia del comandante e collocata in cima ad una torre che guarda il mare. Ciò che rimane del dirigibile francese rimane ancora invece nascosto nei fondali al largo di Sciacca



Nel 2011, alcuni sub locali guidati da Santo Tirnetta, individuarono ad una profondità di 57 metri alcuni rottami compatibili con i resti della struttura del "Dixmude": un riconoscimento che sarebbe però tuttora incerto. Ciò che è sicuro, invece, è che il comandante Du Plessis vide esaudito da morto un desiderio espresso in una immagine di San Cristoforo ritrovata fra gli oggetti custoditi nelle tasche della sua divisa: vi era scritta una preghiera diretta a San Francesco di Sales con la richiesta di non essere mangiato dai pesci. Dopo il recupero nelle reti dei pescatori di Sciacca, il suo corpo venne trasferito nella cappella di San Giorgio dei Genovesi, quindi a Palermo; da qui, dopo una tappa a Napoli, fece ritorno in Francia, a Tolone e quindi nel cimitero di Bernerie-en-Retz.

Alla storia del "Dixmude" è dedicato l'approfondito saggio di Jacqueline Grigis Di Carlo "La strana storia del Dixmude" ( Edizioni "ZeroNove25", Sciacca, luglio 2021 ), dal quale sono state tratte alcune delle notizie pubblicate nel post.

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