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venerdì 6 giugno 2014

VECCHIE E NUOVE STRADE DEL 1968 NELL'ISOLA



Fiat 600, muli, nuovi viadotti autostradali e carretti in un reportage della "Domenica del Corriere" pubblicato 46 anni fa
 


"Chi ha percorso almeno una volta  le strade intorno all'isola sa per esperienza che esse sono molto spesso 'trazzere' un tantino allargate sulle quali è stato rovesciato dell'asfalto.
Il 74 per cento della rete stradale presenta una larghezza inferiore al minimo richiesto dalle norme di progettazione ( 6 metri ) e il 70 per cento si trova esposto a franamenti e dissesti, con tracciati caratterizzati da curve strette, pendenze accentuate e con 1.500 passaggi a livello che provocano frequenti interruzioni al traffico ( una ogni 8 chilometri, contro la media nazionale di una ogni 40 chilometri ).
La realizzazione del piano autostradale siciliano è appena agli inizi o addirittura in fase di progettazione.
Dovrebbero essere completato comunque entro dieci o quindici anni, collegando lungo il perimetro dell'isola e attraverso una griglia di strade interne a scorrimento veloce, tutte le grandi città costiere, le zone minerarie, quelle agricole e d'interesse turistico".
Con queste osservazioni e dati numerici la "Domenica del Corriere" illustrò il 4 giugno del 1968 la situazione viaria della Sicilia, titolando l'articolo 'Una ragnatela d'asfalto per collegare ogni punto dell'isola'.
 
 
Il reportage del settimanale milanese faceva parte di un ampio inserto dedicato alle condizioni socio-economiche della Sicilia di quei mesi, a poche settimane dalle devastazioni provocate dal terremoto nella valle del Belìce.
Riguardo le condizioni dei trasporti, la "Domenica del Corriere" così ancora dava conto della situazione:
"E' il settore che più lascia a desiderare, dove gli investimenti sono stati finora troppo lenti e che perciò costituisce una delle cause determinanti dell'attuale situazione di stallo dell'economia siciliana.
Nel prossimo quinquennio si prevede una spesa di 470 miliardi, così ripartiti: 74 per le ferrovie, 325 per la viabilità, 12 per gli aeroporti, 20 per i trasporti urbani e in concessione".
Nel post, ReportageSicilia ripropone le tre fotografie che illustrarono l'articolo.
Nelle intenzioni del settimanale, quelle immagini volevano sottolineare da un lato l'arretratezza della viabilità isolana, dall'altro il suo contrasto con l'entrata in servizio dei primi tratti di una moderna rete autostradale.
 
 
Il primo scatto ritrae il passaggio di un paio di Fiat 600, di un'Opel Kadett e di un Ape Piaggio lungo la Palermo-Agrigento; sul ciglio della strada, un pastore in sella ad un mulo conduce le sue pecore osservando le utilitarie. 
La motorizzazione di massa - nel 1968 - aveva già coinvolto la Sicilia, prolungando però la vita di automobili che nel Continente erano già considerate superate per design e prestazioni.
Oggi il tracciato tortuoso e panoramico della Palermo-Agrigento è lo stesso di 50 anni fa, vale a dire fra i più pericolosi dell'isola.
La seconda fotografia ritrae invece un viadotto del tratto iniziale dell'autostrada Palermo-Catania; l'opera sarebbe stata completata nel 1975, con una lunghezza di poco più di 190 chilometri.
La terza immagine, nelle intenzioni della "Domenica del Corriere", doveva dimostrare la sopravvivenza nell'isola del mezzo di trasporto diventato in quegli anni oggetto del più scontato folklore isolano: il carretto decorato.
Quello fissato dall'obiettivo del fotografo percorre la centralissima via Sciuti di Palermo: una strada residenziale, scenario di una speculazione edilizia di tipo mafioso che all'epoca di quel reportage  sfregiò con la violenza ed il cemento tante strade della città.
   

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