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giovedì 3 agosto 2017

"L'URLO" DI MUNCH E ALTRI FRAMMENTI DI NOVECENTO A VERGINE MARIA

Bizzarrie litiche raccolte
lungo la costa palermitana di Vergine Maria.
Le fotografie sono di ReportageSicilia
Fra le superstiti suggestioni della borgata palermitana di Vergine Maria sopravvissute a decenni di sfregi ambientali c'è quella di una costa non ancora del tutto deturpata dall'inquinamento e dall'edilizia abusiva.
La prova più evidente degli sfregi è costituita dalla collina di detriti denominata "scaricatore", cresciuta per effetto dello scarico di tonnellate di materiale di risulta negli anni del sacco di Palermo: quelle macerie sono ciò che resta di ville ed edifici storici distrutti per fare posto ai palazzi di via Notarbartolo e di viale Strasburgo.


Ai limiti di questa massa indistinta di materiale edile, la linea costiera è tracciata da strette lingue di spiagge di ciottoli e da una scogliera di massi di varia natura e dimensioni.
Molte di queste pietre - modellate e bucate dall'erosione del mare e del tempo - sembrano essere uscite dalla bottega di uno scultore: alcune ricordano le figure di piccoli animali, altre hanno assunto  singolari sembianze umane.
Così, nell'abitazione di due affabili ospiti e cultori di Vergine Maria - Linda ed Antonio - viene esibita una pietra che sembra essere un clone artificiale del celebre volto dell'"Urlo" dipinto da Edvard Munch.
I proprietari della pietra l'hanno inanellata in un tondino di ferro, in cima ad una pila di altre bizzarrie litiche raccolte lungo la costa di Vergine Maria.



La "scoperta" della versione scultorea di un capolavoro della pittura espressionistica non è l'unica sorpresa di questo lembo di mare. 
Lo sguardo basso sugli scogli ci permetterà di osservare anche frammenti di mattoni e centenarie mattonelle decorate: la prova che qui, nei decenni passati, è stata distrutta e dispersa la memoria di tanta edilizia palermitana d'inizi Novecento

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