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venerdì 7 settembre 2018

CRONACA DEL PIZZO MAFIOSO AI TEMPI DEGLI INGHAM

Maiolica siciliana.
Fotografia ReportageSicilia

"Ad Alcamo, la cosiddetta 'componenda' ( parola spagnola, cioè la mafia ) fa il bello e il brutto tempo, e il mio agente locale, Gaspare Ospedale, ha a più riprese ricevuto lettere anonime di minaccia in cui gli sono chieste, sotto pena di morte, prima trecento e poi quattrocento sterline.
Per salvarsi la vita, Ospedale è costretto a rimanere in città, sicché i miei interessi non sono tutelati.
I malfattori hanno dato alle fiamme parecchie case a Bosco d'Alcamo.
Melle campagne attorno a Vita si sono impadroniti, alla luce del giorno, del grano sui campi e persino delle foglie di sommacco quand'erano ormai pronte per la raccolta.
In una parola, non c'è limite alle loro ruberie e rapine, né la proprietà è minimamente salvaguardata.
Le locali autorità, cui ci si deve rivolgere per avere soddisfazione, dimostrano con evidenza la loro incapacità in merito, ripetendo ai miei agenti che per darla dovrebbero avere l'assistenza del governo di Palermo.
Questo stato di cose è destinato forse a continuare?
Nessuno sarebbe in grado di valutare con esattezza le perdite, dirette e indirette, che sto subendo a causa delle condizioni attuali dell'isola, e devo aggiungere che la prosperità di uno Stabilimento dell'entità del mio, e che dà da vivere a tanti dipendenti, non può che andare a beneficio dell'isola stessa..."

lettera di Benjamin Ingham al console inglese John Goodwin ( 1860 )

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