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giovedì 29 aprile 2021

IL PRONTUARIO DI GESUALDO BUFALINO SUL CARATTERE DEI SICILIANI

Paesaggio siciliano.
La fotografia di Melo Minnella
è tratta dalla rivista "Sicilia"
edita nel marzo del 1976
dall'assessorato regionale al Turismo


Caratteri e inclinazioni dei siciliani hanno alimentato nei secoli la capacità indagatrice di centinaia di storici, viaggiatori, scrittori e saggisti; un profluvio di opinioni che rendono il popolo siciliano uno dei più scrutati e descritti d'Italia, e forse del mondo.

Tra verità e luoghi comuni, l'analisi delle abitudini degli abitanti dell'Isola ha  fissato alcuni punti fermi: la loro refrattarietà alle regole, l'abitudine alla dialettica alternata con quella dei silenzi, il legame alla famiglia di appartenenza ed alle proprietà, la deficienza del fare, spesso preceduta dall'enunciazione dei progetti.

Un riassunto di vizi e virtù dei siciliani è stato tentato da Gesualdo Bufalino, raffinato indagatore, in tutta la sua opera letteraraia, dell'animo dei conterranei. Un suo elenco - da "Quella difficile anagrafe", in "La luce e il lutto", Palermo, Sellerio, 1988 -  ne fissa 14 caratteristiche, alcune delle quali corrispondenti a precedenti e successive opinioni di altri osservatori dell'indole degli isolani: 

"Tendenza a surrogare il fare col dire. Pessimismo della volontà.

Razionalismo sofistico. Il sofisma vissuto come passione.

Spirito di complicità contro il potere, lo Stato, l'autorità, intesi come "straniero".

Orgoglio e pudore in inestricabile nodo.

Sensibilità patologica al giudizio del prossimo.

Sentimento dell'onore offeso ( ma spesso solo quando il disonore sia lampante e non prima ).

Sentimento della malattia come colpa e vergogna.

Sentimento del teatro, spirito mistificatorio.

Gusto della comunicazione avara e cifrata ( fino all'omertà ) in alternativa all'estremismo orale e all'iperbole dei gesti.

Sentimento impazzito delle proprie ragioni, della giustizia offesa.

Vanagloria virile, festa e tristezza negli usi del sesso.

Soggezione al clan familiare, specialmente alla madre padrona.

Sentimento proprietario della terra e della casa come artificiale prolungamento di sé e sussidiaria immortalità.

Sentimento pungente della vita e della morte, del sole e della tenebra che vi si annida.

 

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