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sabato 1 maggio 2021

HIMERA, LA BELLEZZA "NETTA E LINDA" DESCRITTA DA CESARE BRANDI

Il tempio di Himera.
Foto di Josip Ciganovic
pubblicata dall'opera "Sicilia"
del Touring Club Italiano, Milano, 1961


Nel luglio del 1965, Cesare Brandi visitò l'area archeologica della città di Himera, patria di Stesicoro e teatro di una famosa battaglia in cui, nel 480 avanti Cristo, Gelone di Siracusa e Gerone di Agrigento sconfissero i cartaginesi di Amilcare. Dinanzi ai pochi resti del tempio riscoperto a partire dal 1929 all'esterno dell'antica cinta urbana, Brandi ne ricavò impressioni affatto sminuite dalla pochezza materiale dell'edificio:

"Non è molto famoso, perché le sue colonne sono ridotte a spunzoni e in Sicilia ce ne sono ben altri, di templi, con le colonne intere. Tuttavia è una rovina di grande bellezza, così netta e linda: e i suoi spunzoni di colonne sembrano piuttosto dimoiati come fossero fatti di neve. Il sole l'invade quasi l'allagasse, e mai rovina è parsa più luminosa pur senza essere accecante..."


In quella giornata estiva trascorsa ad Himera, Cesare Brandi ebbe anche modo di descrivere la bellezza del paesaggio della pianura di Bonfornello, all'epoca ricoperta dai carciofi e dagli alberi di agrumi, estesi sin quasi la linea della costa: uno scenario che di lì a pochi anni sarebbe stato devastato dall'installazione di una maleodorante area industriale, oggi diventata metastasi incurabile di ferro, cemento e rifiuti di incerta origine:

"... La bellezza del luogo... resterà bellezza che rivaleggia solo con quella di Solunto, da cui si apre un panorama folto di limoni e falcato dal mare. Qui c'è la costa quasi rettilinea fin a Cefalù, e, sotto, la fascia costiera coltivatissima, a piccole prese e braci sottili, dai mille verdi acidi o carnosi, che evoca contemporaneamente i fondi di Paolo Uccello e quella specie di squisite centuriazioni che sono i quadri di Vieira Da Silva" 




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