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domenica 30 novembre 2025

ACITREZZA, IL MITO PERDUTO DEL MARE DI SMERALDO

Bambini e pescatori
con gli "specchi" ad Acitrezza.
Fotografia tratta dalla rivista "Sicilia",
opera citata nel post


La fotografia riproposta da ReportageSicilia venne pubblicata dalla rivista "Sicilia" edita nel giugno del 1959 da S. F. Flaccovio di Palermo per conto dell'Assessorato regionale al Turismo e Spettacolo. L'immagine, accompagnata dalla didascalia "Acitrezza: pescatori e faraglioni", illustrò una pagina pubblicitaria dedicata a "Catania, la città dell'Etna", in cui si esaltava la bellezza della "Riviera dei Ciclopi, dove Omero e la leggenda di Aci e Galatea vivono eternamente in una pace di sogno, fra le lave fiorite che si bagnano in un mare di smeraldo..."

Già alla fine degli anni Sessanta dello scorso secolo, quell'eterno paesaggio di meraviglia marina aveva tuttavia perso la sua mitologica e smeraldina attrattiva: colpa di una dissennata attività edilizia e di scarichi fognari che, in nome di una fagocitante industria del turismo, hanno stravolto il paesaggio di questo litorale siciliano dello Jonio. Di questa perdita è stato narratore Vincenzo Consolo, in una delle pagine di "L'olivo e l'olivastro" ( Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1994 ):

"Sono scomparse le casipole, le barche, i fariglioni. Due enormi bracci di cemento , due alte banchine circolari di un porto come le ganasce d'una tenaglia chiudono il mare del seno, nascondono gli scogli, la rupe del castello di Aci, il Capo Mulini, l'intero orizzonte. Il villaggio si è ingigantito, pieno di villette, condomini, alberghi, trattorie. Sul muro della chiesa, a ricordare il romanzo, un bassorilievo dei Malavoglia con la scritta "E quei poveretti sembravano tante anime del purgatorio".



La gente che ora affolla strade e piazze, siede ai bar, si muove, s'agita, urla, i ragazzi su motori assordanti, ragazze dietro avvinghiate, i turisti, i bagnanti, sembrano piombati qui da mondi astratti, sagome cave che vanno, convergono verso sterili lande, Josafat di vuoto, d'assenza, d'incoscienza..."



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