Rimagliatura delle reti da pesca nel quartiere palermitano della Kalsa. La fotografia è di Josip Ciganovic ed è tratta dall'opera "Sicilia", edita nel 1974 da UTET |
Glottologi e filologi hanno a lungo discusso il particolare dialetto utilizzato nel quartiere palermitano della Kalsa, notando differenze con la parlata generalmente diffusa nel resto della città.
Queste osservazioni linguistiche riguardano altre località della Sicilia - ad esempio alcuni quartieri di Sciacca - e sono riassumibili in un dato comune: le popolazioni dei centri costieri - ed in particolare i pescatori - mostrano caratteristiche fonetiche diverse da quelle dei siciliani che abitano nei centri rurali o montani.
Ai nostri giorni, il quartiere della Kalsa ha perso quell'identità propria di una comunità di pescatori e marinai.
Sino ad una cinquantina di anni fa era attiva una Maestranza che li riuniva, e che poneva al centro delle proprie attività lavorative il vicino porto della Cala.
La toponomastica del quartiere ricorda ancora quell'antico rapporto fra i residenti ed il mare.
Tra i vicoli e le stradine della Kalsa esistono ancora una via dei Nassaiuoli ed una via della Sciabica, mentre sono quasi del tutto scomparse le scene delle reti e delle nasse da pesca lasciate ad asciugare in strada: un'immagine fissata nello scatto del fotografo Josip Ciganovic, ai piedi dell'alta parete di palazzo Butera.
La fotografia è tratta dall'opera "Sicilia", edita da UTET nel 1974 e curata da Aldo Pecora.
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