Lungo la strada statale 113 che collega Palermo a Trapani, Castellammare del Golfo si presenta come un paese costiero dalla pianta a scacchiera, delimitata verso il mare da quella che un tempo era un'ampia baia sabbiosa.
La crescita edilizia degli ultimi decenni ha cambiato un contesto ambientale che avrebbe potuto puntare di più e meglio sulla risorsa del turismo a basso impatto sul territorio.
Basta affacciarsi dal belvedere che sovrasta ad Ovest il paese, lungo la 113, per rendersi conto dell'effetto provocato invece dalle opere viarie e dall'edilizia su Castellammare del Golfo. Molto si è costruito, ed inutilmente: negli anni di più intensa edificazione di nuovi alloggi, tanti appartamenti del centro storico - svuotati dall'immigrazione - rimanevano abbandonati.
La mala amministrazione e l'ingerenza dei clan locali sono poi stati al centro delle cronache giudiziarie di anni non lontani. Per lungo tempo, il Comune di Castellammare del Golfo è stato commissariato a causa delle connivenze mafiose, innestatesi nella gestione dei piani regolatori e delle grandi opere edili: un'inquinamento che ha riguardato anche le politiche locali di intervento contro l'abusivismo.
La mala amministrazione e l'ingerenza dei clan locali sono poi stati al centro delle cronache giudiziarie di anni non lontani. Per lungo tempo, il Comune di Castellammare del Golfo è stato commissariato a causa delle connivenze mafiose, innestatesi nella gestione dei piani regolatori e delle grandi opere edili: un'inquinamento che ha riguardato anche le politiche locali di intervento contro l'abusivismo.
Barche di pescatori tirate a riva sulla spiaggia del paese. La fotografia è di Ezio Quiresi ed è tratta dall'opera "Sicilia"edita nel 1971 da Electa per conto della Banca Nazionale del Lavoro |
Il paese - nato come porto commerciale dell'antica Segesta e poi sviluppatosi come borgo di pescatori e tonnara - pur avendo avuto i presupposti per diventare un affascinante luogo di soggiorno turistico, di fatto è oggi una semplice cittadina di passaggio verso altri luoghi: in primo luogo Segesta, poi Scopello o la più lontana San Vito lo Capo.
Le tre fotografie riproposte da ReportageSicilia fanno balenare la suggestione che sino a qualche decennio fa ancora caratterizzava questo borgo di pescatori del Tirreno, quando l'edilizia era dominata semplicemente dal vecchio castello e dalla mole della chiesa Madre.
Ancora uno scatto di Ezio Quiresi fissa le barche dei pescatori castellammaresi sullo sfondo del paese. L'immagine è tratta dall'opera "Sicilia" edita nel 1960 dal Touring Club Italiano |
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