Translate

domenica 20 ottobre 2019

IL SOLITARIO PAESAGGIO DELLA TORRE DI VENDICARI

La Torre di Vendicari.
La fotografia - attribuita a Privitera -
illustrò un reportage di Erika Abramo
pubblicato nel dicembre del 1975 dalla rivista "Sicilia" 

"La massiccia costruzione, tutta in muratura a vista, mostra i segni dei rimaneggiamenti subiti nei vari secoli: all'interno si scorgono le strutture tardo-duecentesche; in tutta la parte basamentale sono visibili i grossi conci squadrati di marca aragonese; nella parte superiore rimangono le tracce del ponte levatoio ( ... ), le due piattaforme aggettanti su mensoloni sagomati, gli angoli sud-est e nord-ovest e la sopraelevazione della terrazza, tutti interventi cinquecenteschi.
La sicurezza e la capacità di resistenza erano affidate alle masse compatte, alle robustissime strutture ( muri fino a metri 3,15 di spessore ) ed al doppio minaccioso congegno difensivo che proteggeva la porta d'ingresso al piano terreno: classica caditoia esterna e condotto gettatoio ricavato nello spessore interno delle murature, entrambi serviti dal piano della terrazza"

La descrizione di Salvatore Mazzarella e Renato Zanca ( "Il libro delle torri", Sellerio, 1985 ) illustra perfettamente la storia della maestosa Torre di Vendicari, sulla punta Nord dell'omonimo golfo, lungo la strada fra Pachino e Noto.
Il luogo - 1330 ettari di area umida protetta, in un territorio che racconta la storia di antichi commerci navali ( vino, frumento, formaggio ) e delle scorrerie corsare - venne così raccontato dalla giornalista Erika Abramo nel reportage "Viaggio a Vendicari" ( rivista "Sicilia", dicembre 1975 ):

"Salendo sul terrazzo di questo maniero, si gode lo stupendo panorama della baia e dell'isolotto distante circa tre chilometri.
Il mare è di un meraviglioso tono di azzurro, le casette dei pescatori e le poche barche di legno mollemente adagiate sulla riva si inseriscono perfettamente nel paesaggio che anzi ne viene esaltato e valorizzato.
La costa è varia.
Ai lunghi arenili e alle strette insenature, in cui sfociano fiumi o pantani, si alternano lembi rocciosi più o meno alti, tormentati dai flutti e caverne sottomarine di incomparabile bellezza.
Quando il mare, specie in inverno, invade le dune, tanti piccoli pantani orlano in una collana continua il litorale..." 

Nessun commento:

Posta un commento