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domenica 27 ottobre 2019

LA SCELTA DI MARCO NELLA SICILIA DELL'EMIGRAZIONE

Anziani di Acquaviva Platani,
paese del nisseno
fortemente segnato dall'emigrazione.
Fotografie di Ernesto Oliva-ReportageSicilia

Si parla molto di emigrazione straniera, in Italia.
La politica ha fatto suo questo tema, cavalcandolo per fini ideologici ed elettorali, forzando la prospettiva di un problema che richiede decisioni complesse e per la cui soluzione l'ultima cosa necessaria è la sua strumentalizzazione.
Tutto ciò accade mentre la crescente emigrazione dei giovani siciliani sta desertificando la società ed il tessuto economico dell'Isola.
Su questo drammatico tema - e sui dati che ne danno conto ( 12.000 siciliani abbandonano ogni anno la regione, la metà dei quali fra i 15 ed i 34 anni; ad Acquaviva Platani, ad esempio, si contano 928 abitanti e 2.445 residenti all'estero; secondo l'Istat, nel 2065, la Sicilia avrà un milione di abitanti in meno ) - il dibattito politico è invece quasi del tutto assente.
Fatta questa premessa, ci si può dedicare con giusto approccio alla lettura di un romanzo che racconta l'esperienza da migrante di un 30enne siciliano a Milano.
Lo ha scritto Luciano Basile, palermitano, imprenditore di successo con esperienze manageriali in Sicilia e lontano dall'Isola.
Marco - un avvocato che esercita la sua professione in un prestigioso studio legale - sarà costretto a fare i conti con l'esistenziale dilemma che accompagna la vita di tanti conterranei, suddivisi in "siciliani d'alto mare e di scoglio": abbandonare o meno l'Isola per trovare un lavoro e la propria dimensione umana.
Il romanzo si legge tutto di un fiato, ed alla fine - circostanza che può suggerire l'epilogo della storia - dedica una preziosa pagina alla ricetta della pasta con l'anciova.



"Normalmente a Milano il pasto era contenuto e lasciava spazio a languori notturni, fatto che in una trattoria siciliana non si sarebbe mai verificato, ma lavorare nella capitale finanziaria imponeva, oltre ad alcuni riti formali, a una grande puntualità e a un abbigliamento ricercato che gli anziani specialmente del Sud avrebbero accolto con un sorriso stranito, anche piccole porzioni di cibo.
Pensava che occorresse adeguarsi anche a quello stile di vita per poter ambire un domani a diventare un avvocato blasonato con quei titoli top legal o di top partner che solo pochi prescelti avevano avuto l'onore di ostentare.
Gli mancava però la cucina della sua giovinezza, quella della sua tormentata Sicilia e del suo paese in provincia di Palermo, dove le giornate scorrono lente ma i sapori e gli odori sono più autentici e più gustosi; l'aria della nuova città e l'eccitazione per il suo lavoro gli facevano dimenticare momentaneamente quei prelibati ricordi..."

LUCIANO BASILE
"Il successo, il denaro o la felicità?"
Romanzo
140 pp.
MONDADORI

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