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giovedì 2 febbraio 2023

LA BOCCATA D'ARIA DEI PALADINI DI EMANUELE MACRI' PRIMA DELL' ARRIVO DEI TURISTI

Fotografia di 
Federico Patellani,
opera citata


Negli anni Cinquanta dello scorso secolo, gli spettacoli dei pupi cominciarono a perdere in Sicilia il loro abituale pubblico di ragazzi ed adulti, sempre più interessati ad altre più moderne forme di intrattenimento.

"Oggi il cinema offre a tutti l'andante successo della sua azione; lo stadio, la corsa appassionante degli undici dietro al pallone; il giornale a fumetti - si poteva leggere già nel 1949 in "Mediterranea-Almanacco di Sicilia", ( IRES, Palermo ) - traduce e moltiplica il successo ( ieri quasi aulico e ancillare ) di Carolina Invernizio. Altri incanti, altri motivi s'affollano nell'animo dell'ascoltatore della strada... al posto di Orlando trovi Bartali e l'intera epopea dei paladini non vale certo più d'una partita Palermo-Torino. C'è ormai nel pupo e nel puparo la malinconia delle cose andate..."

Fu così che gli spettacoli dei pupi iniziarono allora a diventare quasi esclusivo motivo di folclore turistico; soprattutto nella Sicilia orientale, dove i tour organizzati insieme alle visite ai monumenti dell'età classica cominciarono ad offrire anche quelle ai teatrini animati dalle battaglie dei paladini. A questa tendenza si adeguò un puparo affermato come Emanuele Macrì, nato a Messina ma trasferitosi sin da bambino ad Acireale dopo il rovinoso terremoto del 1908 grazie al "maestro" Mariano "Nasca" Pennisi. La testimonianza del successo coltivato dagli spettacoli per i turisti di Macrì è attestato dalla didascalia che accompagnò sul settimanale "Tempo" del 20 ottobre 1955 una fotografia di Federico Patellani:  

"Il puparo Macrì, di Acireale, tiene ancora alta la tradizione del teatro dei pupi. Agenzie turistiche straniere organizzano gite collettive ad Acireale, in partenza da Taormina, da Catania, e persino da Siracusa. Così nel teatrino di Macrì, ogni venerdì sera, nella stagione turistica, c'è una rappresentazione dedicata ad un pubblico assai più in età di quello che affolla la sala negli altri giorni della settimana. Macrì sa se lo spettacolo sarà per francesi, inglesi, o tedeschi. Solimano ed i Paladini non rinunciano al loro linguaggio in italo-siciliano, ma un bel cartellone nella lingua della comitiva ospite, avverte gli spettatori a quale brano della storia della cavalleria essi assisteranno. Nella fotografia vediamo due pupi in braccio ad una giovane e severa bellezza catanese. Pigliano una boccata d'aria all'aperto, poi stasera riprenderanno la secolare vertenza cavalleresca..."

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