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domenica 27 novembre 2022

IL VIAGGIO DI BARTOLO CHE POPOLO' DI EOLIANI L'AUSTRALIA

Isole di Lipari e di Vulcano.
Le fotografie di Patrice Molinard
sono tratte da "La Sicile",
edito da del Duca per la collana
"Couleurs du Monde", Parigi, 1955 (?)


Nell'articolo "E Ciro vide Anna Magnani" pubblicato il 23 settembre 2008 su "l'Unità" e riproposto postumo nel 2012 in "La mia isola è Las Vegas" ( Arnoldo Mondadori Editore, Milano ), Vincenzo Consolo ricordò la massiccia emigrazione verso l'Australia che nel Novecento spopolò le isole Eolie.

"Quegli isolani vendevano tutto - scrisse Consolo - terreni, attrezzi di lavoro, casa, barche da pesca, vendevano perché dovevano emigrare, soprattutto in Australia. Era quello il tempo della grande emigrazione da tutte le isole Eolie...". Tale fu l'entità dell'esodo, che un sociologo australiano decise di fare il percorso al contrario per raggiungere l'arcipelago messinese e capire le motivazioni di quei lunghissimi viaggi senza ritorno dal Mediterraneo al Pacifico. Ciò che non si sa, sottolineò Consolo, è "se quel sociologo ha scritto della grande beffa che quegli emigranti hanno subito: la beffa del grande miracolo turistico che le Eolie aveva investito, miracolo che aveva fatto lievitare il valore della loro casetta con i pilieri e la pergola, il loro fazzoletto di terra. Miracolo turistico, nell'Eolie, forse dopo che là due famosi film erano stati girati, "Stromboli" e "Vulcano", con due dive antagoniste, Ingrid Bergman e Anna Magnani..."



Molti anni prima, nel febbraio del 1965, sulle pagine del "Corriere della Sera", il giornalista catanese Massimo Simili - dimenticato autore per Rizzoli di una serie di saggi e romanzi umoristici e fondatore dei periodici "Il prode Anselmo", "Scirocco" e "Giornale dell'Isola" - aveva fornito una sua singolare versione sull'origine dell'emigrazione eoliana verso l'emisfero australe:

"Il primo ad emigrare fu un certo Bartolo che nel 1890 si imbarcò per l'America, ma la sua nave fece naufragio e i superstiti vennero raccolti e trasportati alle Azzorre dove Bartolo attese il passaggio di un'altra nave diretta in America. Ne giunse invece una che faceva rotta per l'Australia, e Bartolo, giudicando trascurabile questa differenza, vi salì a bordo. A quei tempi, in materia, non v'erano eccessive complicazioni; un emigrante poteva andare a vivere e a morire in un luogo piuttosto che in un altro: così Bartolo andò in Australia, vi fece qualche soldo e scrisse molte lettere ai compaesani che, da lui, impararono a conoscere l'Australia e la voglia di andarci..."







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