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lunedì 19 marzo 2018

VILLA NAPOLI, UNA STORIA DI ABBANDONO E DI ASSEDIO DEL CEMENTO

Una fotografia di villa Napoli a Palermo
pubblicata dalla rivista "Vie Nuove"
nel settembre del 1968.
Le altre immagini del post
sono di ReportageSicilia
"Villa Napoli, costruita sui resti della Cuba Soprana, fu edificata nella seconda metà del 1500.
La villa fu ulteriormente ridecorata, ma presenta attualmente le originarie caratteristiche cinquecentesche.
Nel parco si trova la 'Cubula' di costruzione normanna e di chiara ispirazione araba.
La parte posteriore della villa è quella che ha subito le maggiori modifiche ed è di disegno settecentesco.
Attualmente è in condizioni del tutto disastrose e al suo interno vivono alcune famiglie tra galline, cani e immondizie che invadono lo scalone.
Tutt'intorno sono sorti palazzi di dieci e più piani e a pochi passi sono in corso dei lavori per la costruzione di nuovi edifici"


In un reportage apparso il 19 settembre del 1968 e dedicato al degrado delle ville storiche del palermitano, la rivista "Vie Nuove" pubblicò l'immagine ora riproposta in apertura da ReportageSicilia di villa Napoli, a Palermo.
La didascalia che accompagnò la fotografia venne intitolata "Villa Napoli, uno scalone per cani, galline e immondizie".



Erano gli anni del "sacco edilizio" di Palermo e del sostanziale disinteresse verso il patrimonio storico-monumentale cittadino; basti pensare al colpevole crollo del palazzo della Zisa, nel 1971, ed al perdurante abbandono dell'Uscibene e della chiesa di Santa Maria della Speranza, tutti di epoca normanna, epoca architettonica celebrata a Palermo da un itinerario dell'Unesco.



Ancora nel 1984,  in "Guida alla Sicilia che scompare" ( Sugarco ), Elio Tocco così denunciava il degrado di villa Napoli e degli annessi resti normanni della Cuba Soprana:

"Circa tre anni fa, a villa Napoli si accedeva ancora direttamente dalla strada, il corso Calatafimi.
Oggi invece uno dei monumenti della nostra società, un palazzone anonimo di cemento armato, si è frapposto tra la villa e la strada, lasciando come unica via di accesso un sottoportico.


Se, tuttavia, il cemento armato non è riuscito ancora ad abbattere materialmente la villa, per usufruire della sua vasta area edificabile, tutt'intorno alla costruzione sono sorti nuovi grandi fabbricati, la cui altezza e vicinanza hanno tolto il respiro necessario al monumento, alterandone il rapporto con lo spazio circostante"


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