Ancor oggi asini e muli fanno parte del panorama rurale dei mezzi di trasporto in Sicilia, e specie in alcune delle sue isole minori.
Una di queste è Ustica, dove tra la fine degli anni Cinquanta e gli inizi dei Sessanta un ignoto fotografo fissò l'immagine ora riproposta da ReportageSicilia.
Lo scatto - intitolato "Gita al castello di Ustica" - illustrò un articolo di Franco Tomasino pubblicato nel giugno del 1961 dalla rivista "Sicilia", edita dall'assessorato regionale al Turismo e Spettacolo.
All'epoca, l'isola al largo della costa palermitana mostrava un centro abitato "affastellato di casette scabre che hanno spesso una sola porta e una sola finestra"; gli sbarchi dei visitatori dalla motonave avvenivano grazie all'utilizzo delle barche a remi.
L'unica possibilità di compiere un'escursione erano appunto affidata al noleggio degli asini.
Scriveva a questo proposito Tomasino:
"Entriamo ad Ustica, ci vengono incontro asinelli dalla lunga coda, dall'aria estremamente riposata.
Si direbbe che anziché lavorare loro, facciano lavorare quei bambini dall'aria furbissima che li tengono agilmente per la cavezza, offrendoli ai visitatori per l'entrata in paese.
E sono pochi a rifiutarsi l'occasione di un passaggio tanto pittoresco quanto funzionale: perché Ustica paesisticamente vive in mezzo alla roccia scabra sulla quale l'uomo ha lavorato di piccone facendo sorgere le sue abitazioni.
Stradette anguste in salita spesso scoscesa; l'asinello è quello che ci vuole"
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