|
Scorci siracusani. Le fotografie del post sono di Ernesto Oliva-ReportageSicilia |
Siracusa, ovvero gloria di un remoto passato da metropoli del Mediterraneo e oblio di un presente da città comprimaria a Palermo, Catania e Messina. Eppure, Siracusa, fra tutte le altre città e località dell'Isola non prive di motivi di interesse culturale e ambientale, si distingue per una tipicità di fascinazioni che ne determinano una singolare attrattività.
"Quando rientro dopo un lungo periodo passato fuori - ha spiegato il siracusano Mario Fillioley nell'arguto e disincantato "La Sicilia è un'isola per modo di dire" ( Minimum Fax, 2018, Roma ) - ho sempre quei due, tre giorni in cui mi sembra che questa città possieda una quantità di bellezza che non si può consumare: cioè, pure con tanto impegno, mettendosi là a cercare sempre nuovi modi per approfittarsene, la natura benigna l'ha fatta così, e diciamo che le puoi mettere addosso brutti vestiti, brutti orpelli, la puoi ingrassare o dimagrire, ma rimane bella comunque e gli occhi non finiscono mai di trovarla bella. C'è anche da dire che Siracusa, gira e rigira, viene quasi sempre visitata da quello che nella vita si innamora soprattutto quando pensa che ci sia una bellezza che vede solo lui, uno che si sente furbo o pensa di avere più buon gusto degli altri, e si convince e si compiace di aver visto la bellezza dove i superficiali, gli sbadati, i frettolosi, non si sono soffermati, non si sono accorti che c'era.
E Siracusa, che è di una bellezza sempre in lotta con lo svilimento, la trasandatezza, la sciatteria, si approfitta di questo tipo di cotte molto intense, che sono una cotta verso di lei e una cotta verso te stesso che ti senti un intenditore, che ti sei convinto di avere saputo vedere dove gli altri guardavano e basta. Sono le peggiori delle cotte, e di solito la sbandata che prende il turista, il forestiero di passaggio, quello che capita per caso perché in realtà il baricentro del suo viaggio esplorativo era Taormina, o peggio ancora Palermo, dall'altra parte della Sicilia, eche si ritrova a Siracusa per mezza giornata, o due ore, e preso dal colpo di fulmine estivo pensa: Ma quindi ho sbagliato a fare il programma di viaggio, mannaggia a me, e di colpo di sente combattuto. Che fa adesso? Resta, manda all'aria i piani, annulla le altre prenotazioni, affronta le ire della famiglia o della comitiva al seguito? Oppure se ne va, rispetta la scaletta e si ripromette di tornare presto, prestissimo, e di venirci da solo, e anzi di venire in Sicilia apposta per stare solamente a Siracusa, tutto il tempo, e questa volta ripercorrere la città, la costa, i dintorni per intero, palmo a palmo? Sono minuti cruciali. Sono gli attimi dell'innamoramento, di solito pigliano forte come un'insolazione, soprattutto quelli che vengono da lontanissimo: l'America, il Canada, l'Australia, l'Inghilterra, il Nord Europa, il Lombardo-Veneto. Sono i minuti in cui germinano le minchiate: propositi di comprare una casa, promesse a se stessi di venire a passare qui gli anni della pensione, visto che oltretutto la vita costa pure meno...
... A Siracusa, qualsiasi trasformazione la città subisca, da millenni a questa parte, rimane sempre una quota di bellezza ancora da erodere, e per quanto la sua bellezza venga sprecata o male utilizzata, ne rimarrò un quid in eterno, una specie di riserva aurea inestinguibile. Del resto, quelli che Siracusa suscita sono tutti innamoramenti intensi, assoluti, quindi destinati a dissolversi nel giro di qualche stagione. La mia città è così. La sua è una bellezza ingannatrice: ti convince che sei l'unico ad averla notata, e che lei era qua ad aspettare la salvezza, la prosperità, la redenzione solo e soltanto da te, da millenni, e tu soltanto tu eri l'eletto, quello con le stimmate della sensibilità e dell'intelligenza, lei Eliza e tu Pigmalione che ne hai intuito il potenziale ancora tutto da liberare.
La sua bellezza è fatta esattamente di questo, di quello che a te sembra si avere colto con un colpo d'occhio e che ti appare amcora da portare alla luce, e invece è là dai tempi della Pangea e l'hanno notato e lo noteranno tutti gli uomini, quelli passati, quelli presenti e quelli futuri. Siracusa fa così con tutti. Tu, se capiti da queste parti e ti accorgi che ti piace, fai l'unica cosa che con lei funziona sempre: non la degnare di uno sguardo. E' meglio..."