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Vegetazione spontanea tra i rottami delle vecchie imbarcazioni della tonnara trapanese di Torretta Granitola. Le fotografie del post sono di ReportageSicilia |
"Sembra che la vita qui si sia ritratta; sembra tutto scarnificato, pulito, sterilizzato, come un osso, come una carcassa di animale abbandonata sopra una spiaggia"
Così Vincenzo Consolo scriveva nel 1986 ( "La pesca del tonno in Sicilia", Sellerio ) riferendosi allo stato di abbandono in cui versano gran parte delle tonnare di Sicilia.
La metafora di Consolo diventa immediata realtà osservando quanto resta di un gruppo di "bastarde" - le barche un tempo utilizzate per la pesca del tonno - nell'area della ex tonnara di Torretta Granitola, sorta alla fine dell'Ottocento e chiusa nel 1972.
Lo sfasciume dei legni di quelle vecchie imbarcazioni è ormai quasi del tutto ricoperto da un tappeto di vegetazione spontanea, sulla quale primeggia la "barba di Giove" ( "Anthyllis barba-jovis" ).
In questa area del trapanese la natura è ancora rigogliosa di specie floreali endemiche, così ricordate in "Guida alla natura della Sicilia" di Fulco Pratesi e Franco Tassi ( Arnoldo Mondadori Editore, 1974 ):
"E poi la scilla di mare dagli enormi bulbi e dal fogliame lucente che sorge vicino al mare, tra la salicornia e lo statice, il bel pancrazio dai fiori bianchi profumatissimi che sbocciano in estate, le romulee, simili a crochi, dal colore violetto-ceruleo, il gladiolo bizantino, raro e presente solo nella parte centro-meridionale dell'Isola Grande, l'Ophrys apifera e la Serapis cordigera, due orchidacee dalle forme stravaganti e dai colori vistosi, i papaveri, le fumarie dai fiori porporini, vari lupini selvatici dalle grandi spighe di fiori blu-violetti, il melograno selvatico che fiorisce di rosso vivo nella macchia, la strana mandragora dalle radici che assumono forme fantastiche, la comune fedia cornucopia dai fiori rosei, e tante altre che formano, nella macchia bassa e nei coltivi delle isole, delle macchie intense di colore da marzo a giugno..."