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Cantieri per la costruzione dell'autostrada Palermo-Catania. Le fotografie del post sono tratte dalla rivista "Sicilia Tempo" del luglio 1970 |
"Autostrada, dunque. Su questo, i siciliani sono tutti d'accordo. Quando però bisogna decidere da quale parte convenisse cominciarla, sono sorti i contrasti. Palermo voleva cominciare dalla sua parte, e i catanesi temevano che, dopo metà dei lavori, i fondi ( ai quali avrebbero contribuito ) si esaurissero; col risultato che Palermo avrebbe pur sempre avuto un pezzo di autostrada, e attirato insediamenti industriali, mentre Catania sarebbe rimasta al punto di partenza... Il ritardo nella costruzione dell'autostrada danneggia anche le province intermedie; adesso l'ordine cronologico è stato concordato, e l'opera dovrebbe essere finita entro due anni, ma c'è di mezzo l'ANAS, e speriamo che i loro numi tutelari ( arabi, greci e normanni ) assistano i siciliani..."
Così nel novembre del 1965 il giornalista Piero Ottone raccontò la "deprecabile polemica" che negli anni precedenti in Sicilia aveva contribuito a rallentare l'iter per la progettazione e l'inizio della costruzione dell'autostrada Palermo-Catania. Sei mesi prima - il 15 maggio - la campanilistica battaglia per stabilire il luogo dell'avvio dei cantieri si era conclusa a favore della capitale dell'Isola. Da qui, i bulldozer cominciarono un'opera il cui costo iniziale venne indicato in 57 miliardi e 203 milioni di lire: 24 miliardi a carico dello Stato, 29 della Regione, il rimanente della Cassa per il Mezzogiorno. Il prologo all'inizio dei lavori risaliva tuttavia a molti anni prima.
Nel 1949 la Regione aveva infatti dato vita ad un Consorzio per la costruzione dell'autostrada, con il compito di individuare un percorso che attraversasse l'interno della Sicilia, ricalcando quello delle strade consolari romane. Dieci anni dopo - il 20 gennaio del 1959 - l'ANAS conferì alla Società Italiana per le Strade Ferrate l'incarico di redigere un progetto di massima. Al termine di una lunga serie di trattative con la Regione - conclusesi il 28 agosto del 1962 dopo l'esame di cinque diversi itinerari - il piano fu accettato e cominciò assai lentamente a prendere forma la mattina di quel 15 maggio del 1965, con una progettazione esecutiva affidata alla Direzione dei Lavori dell'ANAS. Sin dall'inizio, il dualismo Palermo-Catania che aveva gravato sull'ideazione dell'intero progetto fu motivo di polemiche fra opposte fazioni amministrative e burocratiche dell'Isola. Nei primi quattro anni e mezzo di attività dei cantieri, furono portati a termine solo trenta chilometri di autostrada, ventuno dei quali nel palermitano. Caddero così le premesse per intitolare la futura arteria viaria "Autostrada della Conciliazione", come prospettato, pare, da alcuni politici regionali. Oltretutto, l'impresa per congiungere Palermo a Catania si rivelò subito assai complessa da un punto di vista tecnico, tale da spostare la data presunta di termine dell'opera dal 1969 al 1972. Nel corso dei vari sopralluoghi emersero perplessità sulla possibilità di tracciare l'autostrada secondo il progetto stabilito, soprattutto a causa della presenza di complessi movimenti franosi. Una perizia affidata al Servizio Geologico del Ministero Industria e Commercio stabilì infatti "l'assoluta impossibilità" di realizzare l'opera, individuando la maggiore criticità per i lotti 11,12 e 13, progettati su "terreni caoticamente frammisti in profondo scompaginamento". Si trattava del tragitto Scillato-Tre Monzelli, indicato come "la parte più problematica e difficile di tutto l'intero tracciato della Palermo-Catania": una valutazione corretta, come dimostrato dal cedimento del viadotto Himera, nell'aprile del 2015, a causa di un movimento franoso che compromise alcuni piloni. Fu grazie ad alcune varianti al progetto iniziale ed al coinvolgimento di più aziende edili - dalla Lodigiani alla Sud Strade, dalla Farsura alla Sacug, ed ancora Cifa, Gozzani, Cogeco, Sogene, De Lieto ed Incisa - che l'ANAS riuscì ad accelerare i tempi di completamento dell'autostrada. Nel novembre del 1971 fu aperto al traffico il tratto Motta Sant'Anastasia-Gerbini, in territorio catanese; nel febbraio del 1973, terminarono i cantieri fra Scillato ed Enna. Gli ultimi 26 chilometri necessari per collegare Palermo a Catania furono finalmente completati nel 1975.
I costi finali dell'opera sfiorarono i 250 miliardi di lire, ben oltre i 57 preventivati dieci anni prima. Oggi - a quarant'anni dal suo sofferto completamento - l'autostrada Palermo-Catania dimostra tutta la sua età, testimoniata dai numerosi cantieri di ristrutturazione che ne rallentano la viabilità soprattutto nei tratti delle province di Palermo, Caltanissetta ed Enna. Dopo anni di polemiche fra ANAS e Regione, quest'ultima ha commissariato la gestione degli interventi. I più recenti, in ordine di tempo, hanno riguardato la sostituzione dei giunti su entrambe le carreggiate del viadotto Ponte Cinque Archi, eliminando così uno dei restringimenti che rallentano ancora la percorrenza fra le due città che si contrapposero sulla genesi dei primi cantieri dell'autostrada.