Foto di Ludwig Windstosser. Tratta dalla rivista "Sicilia", edita nel giugno del 1953 da S.F.Flaccovio |
Agli inizi degli anni Cinquanta dello scorso secolo, il fotografo tedesco Ludwig Windstosser - già autore di scatti in Sicilia ad Aci Trezza, Agrigento, Segesta e Siracusa - ritrasse un ragazzo in groppa ad un mulo con il suo carico di acqua.
Al suo fianco, appare un uomo - forse il padre - nei pressi di un carretto-botte utilizzato allora in Sicilia per il rifornimento idrico delle abitazioni.
Al suo fianco, appare un uomo - forse il padre - nei pressi di un carretto-botte utilizzato allora in Sicilia per il rifornimento idrico delle abitazioni.
Le fotografie, scattate nella zona della Valle dei Templi, restituiscono l'immagine di una società siciliana all'epoca ancora in gran parte legata ad una cultura di tipo rurale.
Per tanti fotoreporter o documentaristi italiani e stranieri, quella condizione sociale ed economica offrì loro l'occasione di fissare le ultime testimonianze di modi di vivere e modelli di comportamento destinati a prossima scomparsa anche nell'Isola.
Nella composizione dei soggetti, Windstosser colse il trasporto di quattro "quartare" in terra cotta, all'epoca utilizzate per contenere soprattutto acqua, nella misura della quarta parte del barile.
Questi recipienti oggi sopravvissuti al quotidiano utilizzo che se ne fece prima dell'avvento dei bidoni in plastica, sono fra gli oggetti più diffusi nei mercatini cittadini dell'antiquariato.
Oltre a quello delle "quartare", è nel frattempo scomparso nel linguaggio comune dei siciliani anche l'uso di modi di dire ad esse ispirate.
Se il contesto lessicale di questi detti può apparire desueto, rimane invece attuale il loro significato, secondo i canoni senza tempo della ragione e della prudenza.
Paolo Di Salvo segnala le espressioni citate da Vincenzo Mortillaro di Villarena ed Antonino Traina nei loro dizionari siciliano-italiano ( Palermo, 1876 e 1868 ):
Se il contesto lessicale di questi detti può apparire desueto, rimane invece attuale il loro significato, secondo i canoni senza tempo della ragione e della prudenza.
Foto tratta dalla rivista "Sicilia" edita da S.F. Flaccovio nel settembre 1953. Autore citato |
Paolo Di Salvo segnala le espressioni citate da Vincenzo Mortillaro di Villarena ed Antonino Traina nei loro dizionari siciliano-italiano ( Palermo, 1876 e 1868 ):
"Dura cchiù na quartara ciaccata ca una sana",( "Dura più una quartara rotta che una sana" ), ad indicare che spesso vive di più una persona ammalata che una perfettamente sana.
"Nun pò truzzari cu la petra la quartara", ( "La quartara non può sbattere contro la pietra" ), rassegnata constatazione dell'impotenza dei deboli contro i forti.
"Cadiri l'acqua quartari quartari", ( "Disperdere o sciupare l'acqua a misura di quartare" ).
"Tantu va la quartara all'acqua fina chi si rumpi" ( "Tanto si sfrutta una quartara andando al pozzo fino a che si rompe" ), consapevole pensiero sull'inevitabile fine di oggetti o situazioni troppo sfruttate ).
"Nun pò truzzari cu la petra la quartara", ( "La quartara non può sbattere contro la pietra" ), rassegnata constatazione dell'impotenza dei deboli contro i forti.
"Cadiri l'acqua quartari quartari", ( "Disperdere o sciupare l'acqua a misura di quartare" ).
"Tantu va la quartara all'acqua fina chi si rumpi" ( "Tanto si sfrutta una quartara andando al pozzo fino a che si rompe" ), consapevole pensiero sull'inevitabile fine di oggetti o situazioni troppo sfruttate ).