Ancora una volta, la vecchia rivista mensile del Touring Club Italiano 'Le Vie d'Italia' testimonia su REPORTAGESICILIA aspetti della cultura siciliana persi per sempre.
E' il caso di un reportage pubblicato nel giugno del 1947, e relativo alla pesca del tonno nella storica tonnara di Scopello, fra Castellammare del Golfo e la Riserva dello Zingaro, lungo la costa tirrenica trapanese.
Ai nostri giorni, la tonnara di Scopello è uno dei luoghi turistici più noti al grande pubblico, complice anche l'ambientazione, fra i suoi faraglioni, di un episodio televisivo Rai della serie del commissario Montalbano; lo sfruttamento per riprese cinematografiche e per l'organizzazione di ricevimenti è adesso il principale business degli attuali proprietari dell'intero manufatto.
Nei decenni passati, questo appartato angolo dell'isola è stato un sito per lo più ignoto a molti viaggiatori, tanto da essere stato segnalato fra i 'luoghi sconosciuti' siciliani in una guida firmata da Matteo Collura; in precedenza, il luogo era stato descritto da uno studio di Rosario La Duca.
Storicamente, la tonnara di Scopello è citata in documenti del 1312 e 1421.
Per secoli, la pesca del tonno organizzata nell'antistante tratto di mare ha garantito la prosperità economica delle famiglie del comprensorio di Castellammare.
I dati sulla quantità del pescato nel XX secolo indicano un picco di 1335 tonni nel 1938; nel 1977, quattro anni prima della sua definitiva chiusura, ne furono catturati circa 700.
Le fotografie pubblicate da 'Le Vie d'Italia' portano la firma di Ermanno Biagini.
Nel testo che accompagnava il reportage, si legge, fra l'altro, che in Sicilia "prima della guerra si calcolava si pescassero in media 4.000 tonni al giorno, ossia circa 120.000 al mese, con una produzione approsimativa di tre milioni di scatole di tonno all'olio ogni 15 giorni": dati forse esagerati, ma che lasciano intendere la ricchezza ittica del mare circostante l'isola del tempo.
Oggi, le tonnare sono purtroppo pura materia di studio, mentre fioriscono gli allevamenti dei pesci costretti ad ingrassare in gabbie che ne limitano la naturale propensione al movimento nelle profondità del mare: ed il mestiere di 'tonnarota' - ritratto negli scatti di Biagini - rimane così nel ricordo ingiallito delle vecchie fotografie.