Un'immagine palermitana di Corso Vittorio Emanuele. La fotografia di Nino Teresi è tratta dalla rivista "Sicilia" edita nel giugno del 1970 |
Nelle ultime pagine del suo libro di viaggio nell'Isola, intitolato semplicemente "La Sicile" ( Editions Arthaud, Grenoble 1966 ), il diplomatico francese Pierre Sébilleau condusse nuovamente i lettori a Palermo.
Qui, avverte l'autore con rammarico, "la strada dei palazzi barocchi, è, soprattutto, il Corso Vittorio Emanuele; disgraziatamente, questi bei palazzi barocchi del corso hanno molto sofferto per i bombardamenti...".
La "capitale" è così per Sébilleau luogo di partenza, di conclusione e di sintesi del viaggio in Sicilia: Palermo è il luogo dove le diverse impressioni suscitate dai paesaggi, dalle opere d'arte e dagli uomini dell'Isola prendono una forma precisa, svelando il senso del tour:
"Ho fatto in modo che la vostra ultima passeggiata palermitana e siciliana vi conducesse a questa seducente follia, per dissuadervi un'ultima volta dal dare al vostro viaggio una conclusione troppo razionale, troppo cartesiana, e dal formulare, sulla Sicilia, uno di quei giudizi manichei, 'in bianco e nero', contro i quali vi ho messo in guardia fin dalle prime pagine di questo libro.
Ma una precauzione del genere sarà, ormai, senza dubbio inutile.
Adesso voi conoscete la Sicilia.
Sorriderete quando alcuni presuntuosi vi diranno di avere scoperto la verità su questo paese in cui Pirandello ha compreso che ciascuno aveva la sua.
Quando alcuni insoddisfatti gemeranno davanti a voi:
'Che bel paese sarebbe se...', alzerete le spalle, come faceva il 'Gattopardo' quando il suo cappellano gli faceva discorsi del genere.
Insorgerete contro quei biliosi che vi diranno di non aver visto in Sicilia che miseria, ma compatirete un poco gli entusiasti che non l'hanno vista affatto.
Vecchia edilizia nel centro storico di Palermo. Fotografia di Nino Teresi, opera citata |
Abituati come siete, ormai, ai contrasti siciliani, vi sembrerà del tutto naturale che l'Isola triangolare possa essere luminosa e scura, immensamente ricca e immensamente povera, Paradiso terrestre e paese fra i meno sviluppati d'Europa.
Voi la vedete adesso come realmente è, terra e immagine dell'uomo, cioè con pregi e difetti, e in cui l'uomo che è in voi, quale che esso sia, ha conosciuto in pieno la gioia di vivere.
Voi sapete adesso di amare la Sicilia.
E' questa, a mio avviso, la sola conclusione, e la migliore, che possiate dare al vostro viaggio"