Fotografie di Ernesto Oliva-ReportageSicilia |
Ci si indigna - e giustamente - per il luogo comune sui "siciliani mafiosi" alimentato di tanto in tanto dagli articoli di qualche giornale straniero; oppure, dopo la scoperta di un ristorante il cui nome - è accaduto in Spagna e Germania - fa riferimento ai termini "mafia" o "padrino"; o, ancora, per l'iniziativa imprenditoriale dei figli di sanguinari capimafia che pensano di sfruttare il proprio cognome per attirare affari e clienti.
Proteste e condanne di patria per l'accostamento "Sicilia-mafia" sembrano però ignorare proprio ciò che accade in molte città dell'Isola: la vendita di souvenir turistici - coppole, magliette, statuette, calamite-ricordo per frigorifero - in cui la mafia diventa un oggetto da mettere in valigia a ricordo di una vacanza in Sicilia.
Cavallo di battaglia per l'industria di questi articoli da bancarella venduti ai turisti per lo più stranieri è l'immagine di Marlon Brando nell'interpretazione de "Il Padrino", il film - oggetto di culto per i veri boss - che a partire dal 1972 ha fatto della mafia un "brand" universalmente legato alla Sicilia.
Così, un fenomeno criminale capace di uccidere magistrati che hanno dato il nome al principale aeroporto dell'Isola, diventa un folclorico oggetto di ricordo e promozione dell'immagine siciliana nel mondo, al pari delle riproduzioni di carretti e pupi.
La nostra modesta idea è che che la mafia ridotta a folklore non aiuti a liberare le menti di una parte dei siciliani dal senso di appartenenza ad una vera e propria cultura mafiosa.
Sarebbe forse opportuno che qualche sindaco cominci a bandire la vendita del volto impomatato di Brando sui capi di abbigliamento o di simpatiche cartoline con il disegno della lupara e la scritta "Minchia! In Sicilia fui...".
Forse, quando ciò sarà fatto - e quando i divieti non saranno più necessari - in Sicilia spunteranno come souvenir le magliette con i volti di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e di tanti altri caduti nella lotta alla mafia.
Forse, quando ciò sarà fatto - e quando i divieti non saranno più necessari - in Sicilia spunteranno come souvenir le magliette con i volti di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e di tanti altri caduti nella lotta alla mafia.