Statuette di animali realizzate con formaggio caciocavallo a Castel di Lucio, nel messinese. Foto Ernesto Oliva-ReportageSicilia |
"Più studiamo il mondo rurale del passato - ha scritto Giuseppe Licitra in "Storie e paesaggi dell'arte casearia, il Ragusano" ( Federico Motta Editore, 1999 ) - più ne restiamo affascinati, proprio perché riscopriamo, oltre che l'infinità di sacrifici affrontati dai contadini, in silenzio, giorno dopo giorno, l'incredibile competenza tecnica che ha permesso di affrontare problematiche anche più grandi di loro, con assoluta serenità, basandosi sull'esperienza fatta di piccoli gesti maturati in decenni, a volte in secoli di tradizioni"
Fra i molti "piccoli gesti" frutto di una conoscenza maturata nel tempo, alcuni anziani pastori di Castel di Lucio - il paese del messinese disteso sulle ultime propaggini dei Nebrodi, prima che le montagne prendano il nome di Madonie - tramandano quello che permette loro di modellare e dar forma al formaggio caciocavallo: dalle loro mani, nascono statuine di cavallucci, gallinelle, capre ed altri animali che, a livello locale, prendono il nome di "murriti".
La denominazione di questi oggetti - sino a qualche decennio fa ancora diffusi fra i pastori ed i casari dei Nebrodi, delle Madonie e dei monti Sicani - deriva da "murritiare" ( verbo che può essere interpretato nel senso di ingegnarsi con le mani per risolvere un problema, quindi per creare qualcosa con abilità ).
Descritte negli studi etnografici di Giuseppe Pitré e di Antonino Uccello, le statuine di formaggio fecero la loro comparsa ufficiale sulla scena delle tradizioni popolari regionali nel 1892, in occasione della Mostra Etnografica Siciliana allestita durante l'Esposizione Universale di Palermo.
Fra i più abili modellatori di "murriti" - quasi tutti uomini - figurano, tra pochi altri, i fratelli Soccorso e Giuseppe Iudicello.
I pochi giovani di Castel di Lucio, pressati dall'esigenza di trovare un'occupazione, scelgono intanto la via dell'emigrazione; è dunque facile prevedere che tra qualche anno questi singolari prodotti di arte casearia entreranno a far parte del patrimonio di artigianato popolare tramandato solo dalla memoria.