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mercoledì 24 luglio 2019

L'ANIMA ARABA NELLA TOPONOMASTICA DI PANTELLERIA

Pescatore a Pantelleria.
La fotografia, attribuita a Nino Teresi,
venne pubblicata nell'aprile del 1977
dalla rivista "Sicilia"

Da "Benicuvèdi" - i "figli di Huwedi", una tribù di origine berbera che viveva in quella contrada - a "Bonsultòn", ovvero "il figlio del sultano"; da "Bukkuràm" - cioè, "ricca di vigne" - a "Firiciakki", tradotto dall'arabo "grosse pietre, macigni"; ed ancora, da "Kharéd", cioè "i ruderi", a "Nikà", vale a dire "stagno di acqua".
Una ricostruzione dettagliata dell'origine islamica di buona parte dei toponimi delle contrade di Pantelleria si legge nell'opera "Il libro dell'isola di Pantelleria", scritta da Angelo D'Aietti nel 1978 ( Trevi Editore ).
Lo studio realizzato da D'Aietti si avvalse di una ferrata documentazione accademica e della memoria dei più anziani panteschi dell'epoca.
L'incidenza araba nella toponomastica dell'isola - un caso linguistico unico in Italia - conta un centinaio di denominazioni, legate alla presenza di antichi manufatti o alle caratteristiche geofisiche o produttive dei luoghi. 
Ancora, fra le contrade citate dall'autore, si registrano tra gli altri i nomi di "Khaffefi" ( "pomice" ), "Khazèn" ( "magazzino" ) "Fram" ( "punta tagliuzzata" ), "Muègen" ( "cisterne" ),  "Màstra" ( "mulino" ), "Rukìa" ( "pozzo" ), "Salibi" ( "crocevia" ).
La ricerca di D'Aietti individua inoltre i lasciti toponomastici non islamici legati alla storia di Pantelleria nelle vicende delle civiltà del Mediterraneo: un mare solcato da millenni da uomini e merci, in una commistione di lingue ed influenze culturali ed ambientali.  
Così, la famosa Grotta di Satarìa ( della "salute" o della "salvezza" ) deriverebbe la denominazione dal periodo dell'occupazione bizantina; la Punta Spadillo trarrebbe invece origine dallo spagnolo "espadillo", un certo tipo  di remo.
Proprio qui del resto nel 2012 - corsi casuali della storia - come ha ricordato Giosuè Calaciura in "Pantelleria. Ultima isola" ( Editori Laterza, 2016 )

"Subacquei hanno rinvenuto due fusti di cannone in ferro, l'armamento di una nave spagnola a guardia di Pantelleria colata a picco in combattimento o per tempesta che in quello specchio di mare non si risparmia..."   

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