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venerdì 27 giugno 2014

LAMPEDUSA E LA CONQUISTA DEI "FOKKER"

Un reportage della "Domenica del Corriere" del 1970 racconta i cambiamenti economici e di costume dopo il recente avvio dei collegamenti aerei da e per l'isola

Il decollo di un "Fokker" dell'ATI
sul mare di Lampedusa.
I collegamenti aerei con l'isola delle Pelagie
e con la vicina Pantelleria risalgono
alla seconda metà degli anni Sessanta.

Il settimanale del "Corriere della Sera"
dedicò all'argomento un reportage firmato da Bruno Rossi

Il rumore assordante dei due motori ad elica regalava al passeggero la sensazione di un viaggio pionieristico, in anni in cui i propulsori a reazione assicuravano voli più veloci e silenziosi.
Eppure, per nulla al mondo gli abitanti di Pantelleria e Lampedusa a partire dal 1968 avrebbero mai rinunciato al privilegio di un collegamento rapido e costante con la Sicilia e e il "continente".
L'opportunità venne loro offerta dai "Fokker F27 Friendship 200" dell'ATI - l'Aero Trasporti Italiani, fondata a Napoli-Capodichino nel 1963 e assorbita da Alitalia nel 1994 www.mikebravo.it - capaci di ospitare 44 passeggeri e caricare merce in partenza o destinata alle due isole, sino ad allora collegate alla Sicilia da vecchi e lenti traghetti ( solo a Pantelleria una vecchia pista militare offriva saltuariamente un collegamento con Trapani ).


              L'atterraggio di un "Fokker" a Pantelleria

Di quegli aerei - robusti ed affidabili, spinti da motori Rolls Royce Dart capaci di far volare i Fokker ad una velocità superiore ai 400 km/h - molti anziani panteschi e lampedusani ricordano anche gli sbarchi dei primi gruppi di turisti e l'impulso dato all'economia ed al costume locali.
Un reportage pubblicato il 18 agosto del 1970 dal settimanale "Domenica del Corriere" a firma di Bruno Rossi ed intitolato "Le autostrade sulle nuvole" fornisce preziose informazioni sugli effetti dell'avvio dei collegamenti aerei dell'ATI a Lampedusa. 
L'avvio dei voli verso la maggiore delle Pelagie venne favorito dalla mobilitazione della comunità locale per la costruzione di un aeroporto per voli civili.


Imbarco di passeggeri e di merci
su un "Fokker" in partenza da Pantelleria

Alle elezioni amministrative del 1964 tutti i partiti si misero d'accordo nell'ignorare l'appuntamento, senza presentare neppure le liste. Lo slogan fu allora "non si vota se non si vola". L'esasperazione era accresciuta dalle rituali promesse fin allora pronunciate da illustri onorevoli nel corso delle precedenti campagne elettorali.
Fu così che nel maggio del 1966 l'allora ministro dell'Interno Taviani - primo esponente di un governo italiano della Repubblica a visitare Lampedusa - annunciò l'effettiva costruzione dell'aeroporto. 
La vittoria di quella battaglia fu il risultato della lotta della popolazione di un'isola che, ironia della sorte, non era a neppure indicata nella carta d'Italia appesa alla parete della locale scuola elementare.  
L'opera venne avviata lo stesso anno da duecento uomini del Genio Militare, che per cavare le pietre adatte tracciarono anche una camionabile che attraversava l'isola; i primi Fokker dell'ATI sarebbero atterrati nel 1968.
Nel reportage realizzato due anni più per la "Domenica del Corriere", Bruno Rossi avrebbe così raccolto le testimonianze di alcuni lampedusani.
"Dice Giovambattista Sorrentino, segretario del Comune:
'Prima del collegamento aereo, il terreno di Lampedusa non aveva praticamente valore. La gente non curava nemmeno la trasmissione dei titoli di proprietà. Le compravendite si basavano su scritture private, garantite semplicemente dalla buonafede.
Adesso stanno arrivando i turisti, e chi ha un pezzo di terra sa di avere dei soldi, anche se i prezzi sono ancora politici, per attirare la gente: 300 lire al metro quadro, anche meno. 
L'influenza dell'aereo si fa sentire in ogni cosa, qui nell'isola.
Per esempio, sul mercato del pesce: il dentice, prima, lo si vendeva al massimo a 600 lire. Adesso il prezzo è raddoppiato e arriva d'inverno anche a 1.500 lire. E pensate che chi vive di pesca ( e dell'industria del pesce ) è a Lampedusa il 95 per cento della gente. 


L'alunno di una scuola elementare di Lampedusa
indica una carta d'Italia che non include la sua isola.
La creazione di un aeroporto e i collegamenti
dell'ATI contribuirono a rompere l'isolamento
dei lampedusani, modificando l'economia
e le abitudini dei 4.000 residenti

Altro esempio. I nuovi fermenti di vita hanno reso possibile il progetto di un impianto di desalinizzazione. Cominceremo presto a costruirlo'.
'Fino al 1968 - racconta un pescatore - non avevo mai mangiato una mela. Qui non crescono. E farle venire con la nave costavano troppo. L'aereo non ci ha portato il paradiso terrestre, ma almeno le mele a prezzo ragionevole, sì'.
Gli inizi del benessere hanno il loro simbolo più rumoroso nelle duecento e più automobili che vanno avanti e indietro ( generalmente senza un preciso perché ) sulle poche strade del paese ( quattromila abitanti ).
Alcune portano il disegno, in decalcomania, dell'aeroplano: e hanno vocazioni aviatorie, anche nella nella velocità selvaggia con la quale vengono guidate. 
Sopra una fontanina, ancora senz'acqua, non si alza, come dappertutto nel mondo, una dea in striptease o una celebrità indigena: troneggia, invece, un velivolo in cemento. 
Nella più frequentata, e quasi unica, trattoria, i festoni natalizi resistono al caldo di mezza estate.
Spiega un cliente:
'Prima dell'aeroporto si andava a letto presto, la sera. Soltanto per Natale e Capodanno si facevano le ore piccole. Adesso che l'aereo arriva a ogni mezzanotte e la trattoria sta ad aspettare i piloti, sembra che il Natale duri tutto l'anno'.


Altri alunni a Lampedusa
impegnati nel disegno di aerei.
Nel reportage della "Domenica del Corriere"
si leggono i loro commenti a proposito
dell'utilizzo del nuovo mezzo di trasporto

L'aereo è riuscito persino a far nascere a Lampedusa la maggior parte dei bambini di Lampedusa.
Dice il dottore Giovanni Sferlazza, ufficiale sanitario:
'Il caso di una gestante che anni orsono era morta di parto, aveva diffuso il panico. Quasi tutte le partorienti prendevano il piroscafo, un mese prima dell'evento, e si facevano ricoverare a Trapani o Palermo. Adesso restano qui'".      
Come accade per tutti quei luoghi remoti e baciati dalle bellezze della natura, lo sviluppo dei flussi turistici avrebbe dato il via ad un inarrestabile sfruttamento del territorio.
Dai Fokker dell'ATI sbarcarono a Lampedusa anche i primi speculatori, richiamati dalla possibilità di investire pochi milioni di lire per l'acquisto di terreni nei luoghi più attraenti.
Così, nel giro di pochi anni l'isola conobbe la lottizzazione edilizia portata avanti, fra gli altri, da un costruttore romano, da emissari del banchiere Michele Sindona e da una società immobiliare tedesca.
Nel suo reportage, Bruno Rossi avrebbe infine raccontato i commenti dei giovanissimi alunni delle scuole di Lampedusa riguardo l'arrivo dei primi aerei.   
"Gli scolari ( elementari e medie ) impegnati in un tema sull'incontro aereo-Lampedusa, hanno scritto: 'Qui noi potremmo morire perché non abbiamo ospedale, però l'aereo è utile perché ci porta in salvo'.
Altre osservazioni? 'L'aereo è di sollievo alle persone che soffrono il mal di mare', 'L'aereo a me mi piace perché io non pago niente ma pagano i miei genitori'. 'Ho letto in un libro che a mezzanotte arrivano le streghe, ma a Lampedusa è tutto diverso perché arriva l'aereo'. 'Sopra l'aereo è bellissimo, è come un sogno e si sente dormire'. 'L'aereo trasporta i pesci e poi anche le persone'. 'L'aereo ha fatto bella Lampedusa perché è tutto pieno di luci'.
In una seconda media a quattordici ragazzi abbiamo domandato: 'In quanti avete volato?'. In undici. E' in un tema di quella classe che leggiamo: 'L'aereo ci ha fatto capire che anche noi stiamo in casa dell'Italia'".
Anni dopo l'arrivo dei primi aerei, una nuova mobilitazione dei lampedusani avrebbe portato alla conquista di una struttura ospedaliera. 
Ai nostri giorni, invece, i cieli dell'isola sono attraversati oltre che dai voli di linea, da quelli militari impegnati nelle operazioni di soccorso dei migranti provenienti dalle coste africane.
L'ennesima battaglia combattuta oggi da Lampedusa è quella di non rimanere sola nell'affrontare questa immane emergenza umanitaria.


     
  

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