Già alla sua seconda edizione, la gara madonita rappresentò un banco di prova per le case automobilistiche impegnate nella sfida commerciale europea.
A quella corsa, vinta da Felice Nazzaro, si riferiscono quattro fotografie pubblicate nel libro di Anna Pomar "Donna Franca Florio"
Le pionieristiche immagini della Targa Florio riproposte nel post da ReportageSicilia documentano l'edizione disputata il 21 aprile del 1907; la seconda della sua storia, dunque, vinta dal torinese Felice Nazzaro a bordo di una Fiat 130HP.
Le fotografie vennero pubblicate nel 1985 nel saggio di Anna Pomar "Donna Franca Florio", edito da Vallecchi e ancor oggi testo di base per ricostruire la biografia della moglie di Ignazio Florio junior e alcune vicende della famiglia che ha segnato la storia economica e mondana palermitana fra XIX e XX secolo.
Al suo secondo anno di vita, quella Targa Florio riuscì a vantare una validità agonistica e promozionale di primo piano, anticipando la gloria sportiva dei decenni successivi.
La gara - il cui circuito stradale si snodò per tre giri e 450 chilometri fra Buonfornello, Cerda, Caltavuturo, Castellana, le Petralie, Geraci, Castelbuono, Isnello, Collesano e Campofelice - divenne un evento motoristico strettamente legato alla promozione dell'industria automobilistica europea, già in lotta per accaparrarsi il nascente mercato delle quattro ruote.
Alla partecipazione di decine di piloti e di costruttori, si unì la presenza fra gli ospiti dei rappresentanti francesi ed austriaci dei rispettivi Automobil Club.
Da un punto di vista agonistico, sul regolare svolgimento della corsa pesarono fino a poche ore dalle prime partenze le conseguenze di un'ondata di maltempo.
Il tracciato - di per sé infido e in gran parte su strada non asfaltata - si presentava in più punti allagato; gli ultimi chilometri di fatica per equipaggi e macchine furono accompagnati da forti raffiche di vento.
L'organizzazione riuscì ad eliminare solo le pozze d'acqua più profonde; la vittoria di Felice Nazzaro su Vincenzo Lancia e Louis Wagner fu la conferma delle sue doti di guida, così descritte dal giornalista Giuseppe Ambrosini:
"E' un artista con l'acceleratore e con i freni disegna, ricama, solfeggia..."
Quella Targa Florio fu inoltre un evento mediatico di primo piano, forse imprevisto dallo stesso Florio: l'unico impianto telegrafico disponibile per la stampa non fu infatti in grado di soddisfare per tempestività le richieste dei 25 inviati stranieri.
"Fu in quel secondo anno" - scrisse nel 1956 il giornalista Beppe Fazio nel reportage "Cinquant'anni di Targa Florio", pubblicato in "Civiltà delle Macchine" - che che si posero le basi di una tradizionale gara che rimane ancora una delle più importanti del genere, ed è diventata, dal 1955, la prova decisiva per il 'campionato del mondo'.
Come sempre, si comincia per gioco e si finisce col fare sul serio.
A quella corsa, vinta da Felice Nazzaro, si riferiscono quattro fotografie pubblicate nel libro di Anna Pomar "Donna Franca Florio"
Nell'immagine del libro "Donna Franca Florio" edito nel 1985 da Vallecchi l'arrivo al porto di Palermo di una delle 55 vetture iscritte alla Targa Florio del 1907 |
Le pionieristiche immagini della Targa Florio riproposte nel post da ReportageSicilia documentano l'edizione disputata il 21 aprile del 1907; la seconda della sua storia, dunque, vinta dal torinese Felice Nazzaro a bordo di una Fiat 130HP.
Le fotografie vennero pubblicate nel 1985 nel saggio di Anna Pomar "Donna Franca Florio", edito da Vallecchi e ancor oggi testo di base per ricostruire la biografia della moglie di Ignazio Florio junior e alcune vicende della famiglia che ha segnato la storia economica e mondana palermitana fra XIX e XX secolo.
Al suo secondo anno di vita, quella Targa Florio riuscì a vantare una validità agonistica e promozionale di primo piano, anticipando la gloria sportiva dei decenni successivi.
La gara - il cui circuito stradale si snodò per tre giri e 450 chilometri fra Buonfornello, Cerda, Caltavuturo, Castellana, le Petralie, Geraci, Castelbuono, Isnello, Collesano e Campofelice - divenne un evento motoristico strettamente legato alla promozione dell'industria automobilistica europea, già in lotta per accaparrarsi il nascente mercato delle quattro ruote.
Un passaggio di Leblon su Daimler nei pressi di Cerda. Quella edizione della Targa si corse su un circuito stradale di 450 km. da percorrere in tre giri |
Alla partecipazione di decine di piloti e di costruttori, si unì la presenza fra gli ospiti dei rappresentanti francesi ed austriaci dei rispettivi Automobil Club.
Da un punto di vista agonistico, sul regolare svolgimento della corsa pesarono fino a poche ore dalle prime partenze le conseguenze di un'ondata di maltempo.
Il tracciato - di per sé infido e in gran parte su strada non asfaltata - si presentava in più punti allagato; gli ultimi chilometri di fatica per equipaggi e macchine furono accompagnati da forti raffiche di vento.
Passaggio sul traguardo a Buonfornello |
L'organizzazione riuscì ad eliminare solo le pozze d'acqua più profonde; la vittoria di Felice Nazzaro su Vincenzo Lancia e Louis Wagner fu la conferma delle sue doti di guida, così descritte dal giornalista Giuseppe Ambrosini:
"E' un artista con l'acceleratore e con i freni disegna, ricama, solfeggia..."
Quella Targa Florio fu inoltre un evento mediatico di primo piano, forse imprevisto dallo stesso Florio: l'unico impianto telegrafico disponibile per la stampa non fu infatti in grado di soddisfare per tempestività le richieste dei 25 inviati stranieri.
"Fu in quel secondo anno" - scrisse nel 1956 il giornalista Beppe Fazio nel reportage "Cinquant'anni di Targa Florio", pubblicato in "Civiltà delle Macchine" - che che si posero le basi di una tradizionale gara che rimane ancora una delle più importanti del genere, ed è diventata, dal 1955, la prova decisiva per il 'campionato del mondo'.
Tamagni su Isotta Fraschini attraverso l'abitato di Petralia Sottana |
Come sempre, si comincia per gioco e si finisce col fare sul serio.
In quel 1907, le cinquantamila lire di premio elargite da Vincenzo Florio salgono a centomila.
Anche gli iscritti salgono di colpo a 55 e sono rappresentate cinque nazioni e ventitrè case.
Le macchine corrono sotto l'insegna della Fiat; della Isotta Fraschini; della Benz ( Mercedes ), della Opel, ecc, anche se ancora si chiamano 'corsieri meccanici'.
La vittoria di questo secondo anno tocca a felice Nazzaro ed è come se rimanesse in casa, chè Felice è l'ex chauffeur della famiglia Florio. Egli ha tenuto una media di 54,084 km orari. Un balzo di otto chilometri in meno di un anno.
Ma quel che più conta è la vittoria di gruppo delle case italiane; i primi sei posti in classifica.
Una veduta sulla zona del traguardo sulla piana di Buonfornello |
La gara aveva assunto un significato nazionale di lotta tra due industrie rivali: la francese e l'italiana ( la Fiat ha da poco aperto una filiale a Parigi in Rue de la Paix ) e quell'anno si lancia in serie il tipo classico detto dei 'venticinque cavalli' con un alesaggio di 125 millimetri.
La corsa è anche un fatto commerciale, quindi, eppure la sua epicità non ne viene per questo offuscata.
Anzi, con gli anni il senso epico di questa lotta si accentua, fra queste montagne infide e scontrose molte macchine ancora passeranno, molti uomini audaci offriranno la loro vita per il progresso della tecnica..."
La corsa è anche un fatto commerciale, quindi, eppure la sua epicità non ne viene per questo offuscata.
Anzi, con gli anni il senso epico di questa lotta si accentua, fra queste montagne infide e scontrose molte macchine ancora passeranno, molti uomini audaci offriranno la loro vita per il progresso della tecnica..."
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