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sabato 26 maggio 2018

LE SEVERE E GEOMETRICHE STRADE DI ERICE

La scalinata che conduce al Duomo di Erice.
Le fotografie sono di ReportageSicilia
"Un nobile ambiente urbano pervenuto prodigiosamente a noi dalla profondità del tempo: qualche borgo medievale della Toscana, uno o due luoghi della più appartata e sofistica Provenza hanno conservato altrettanta purezza di valori"

Così nel 1969 il giornalista triestino Silvano Villani descrisse Erice, ricordandone le lustre stradine e le millenarie e confuse vicende mitologiche, oggi evocate dai pochissimi resti del tempio di Venere.


Molti anni dopo, la giornalista americana Francine Prose ( "Odissea siciliana" , Feltrinelli, 2004 ) avrebbe sottolineato il rigore della pavimentazione lapidea delle strade  nel centro storico ericino:
  
"Erice è così severa e glaciale che sembra di essere all'interno di un diamante: la sua perfezione ha un che di aspro, di tagliente.
Perfino la pavimentazione stradale risponde a questo carattere estetico.


L'erba che cresce lungo i bordi dei ciottoli disposti secondo un preciso disegno geometrico è di un verde così perfetto che sembra uscito da una paletta di pittore.
Sembra più un plastico che una città reale.


Fatta eccezione per i televisori che trasmettono programmi sportivi nei pochi caffè aperti, e le rare auto che osano avventurarsi per le minuscole strade a consegnare i bagagli in qualche albergo locale, non c'è niente che turbi la nostra illusione di aver lasciato il nostro secolo per fare un viaggio nel tempo..."


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