"Giornalista di lunga militanza, appartiene alla generazione di mezzo che ha maturato la coscienza della gravità del problema meridionale prima che questo diventasse tema di attualità a livello di partiti e sindacati". Così nel 1973 Alfonso Madeo scrisse di Egidio Sterpa, autore allora del saggio "La rabbia del Sud", edito da Società Editrice Internazionale. Nel libro, Sterpa dedicò una trentina di pagine all'esame dei problemi siciliani, forte di una documentazione nata da una costante frequentazione della Sicilia e di incontri - fra i tanti - con Leonardo Sciascia, Aldo Scimè, Fausto Flaccovio, Franco Nicastro, Giovanni Ciancimino, Roberto Ciuni, Lillo Pumilia, Vittorio Nisticò e politici - lui, di ispirazione liberale - di ogni partito. Nelle pagine di "La rabbia del Sud" dedicate alla realtà dell'Isola, Sterpa sottolineò di avere intenzione di coltivare l'idea di scrivere una "Storia dell'ultima Sicilia", approfondendo gli argomenti proposti nel romanzo-documento "I Papi invisibili", edito da Rusconi nel 1972. Quel saggio rimase incompiuto, trovando però nelle pagine di "La rabbia del Sud" un'anticipazione ricca di attualissimi spunti di analisi sulle cause dei ritardi dello sviluppo in Sicilia, non a caso attributi da Sterpa alle tare strutturali della politica regionale:
"... Venticinque anni sono un quarto di secolo ed è legittimo esprimere giudizi duri nei confronti di una classe dirigente che non ha saputo far meglio. Perché meglio, non c'è dubbio, si poteva e si doveva fare... Lo stesso istituto regionale, che poteva essere un fatto innovativo dal punto di vista burocratico, è nato vecchio, perché si è mosso sulle orme dello Stato. Dal sistema nazionale ha ereditato e copiato tutto o quasi, a volte volgendolo al peggio. Si è creato lo schema di un piccolo Stato con forme esteriori che spesso si sono rivelate una caricatura di quelle nazionali. Lo strumento regionalistico, così, si è sclerotizzato dopo pochi anni di vita. Funzionò assai bene nel primo decennio, con realizzazioni che rimangono tuttora le più valide... Poi la Regione si invischiò nella lotta per il potere tra i partiti e tra le correnti. E da allora l'autonomia non ha dato più frutti. S'è andati avanti a sussulti, a sprazzi, senza programmi di respiro, con un deterioramento di forze politiche, di uomini, di energie intellettuali, con lo svilimento delle idee, dei tormenti e dei sogni migliori. Questo processo di frantumazione non ha risparmiato nessuno, né maggioranza né opposizione..."
La fotografia del post è di Vittorugo Contino ed è tratta dalla rivista "Ciclope" edita a Palermo nell'ottobre del 1957 dalla "Società Editoriale Ciclope"
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