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venerdì 2 maggio 2008

LA BREVE EPOPEA DEL COTONE

Piantagione di cotone nelle campagne siciliane

L'area palermitana dell'ex 'Cotonificio Siciliano', a Partanna-Mondello

Relitti di macchinari all'interno dell'Ente Sviluppo Agricolo, a Partanna-Mondello

La piana di Gela, l'ex Eldorado del cotone in Sicilia

Soltanto i più anziani abitanti della borgata palermitana di Partanna-Mondello ne conservano oggi ancora la memoria: "lo stabilimento del cotone? Si trovava dove c'è la grande concessionaria di automobili Wolkswagen. La troverà più avanti, della vecchia fabbrica però non c'è più nulla...".
Così inizia e termina la ricerca di REPORTAGESICILIA del 'Cotonificio Siciliano', la struttura industriale costruita fra il 1951 ed il 1952 in quella che all'epoca era piena campagna palermitana. Il Cotonificio - progettato dall'architetto Pietro Ajroldi con una pianta costituita da una serie di volte, aperte alla luce naturale - è uno dei tanti esempi abortiti di sviluppo produttivo della Sicilia. Lo stabilimento rimase in funzione solo una ventina d'anni, dando lavoro - nel periodo di massimo fulgore - a oltre 300 operai, in prevalenza donne.
Il destino dell'area industriale, del resto, non nacque sotto i migliori auspici.
Gli impianti furono infatti edificati sui resti di una necropoli dell'età del rame: alle polemiche delle voci più colte della cultura cittadina si affiancarono i presagi di 'cattiva sorte' degli abitanti di Partanna-Mondello.
La coltura del cotone, allora, era in forte sviluppo in molte aree della Sicilia: nel 1957, la si praticava su una superfice totale di quasi 35.000 ettari, di cui 14.500 nell'agrigentino ed il resto quasi completamente nella piana di Gela.
Proprio la cittadina nissena, durante la guerra di secessione americana, ospitò le prime piantagioni dell'isola; nel 1864 le distese di cotone superavano i 12.000 ettari, e non pochi produttori gelesi esportavano il prodotto sino a Malta.
Dopo una prima crisi produttiva tra le due guerre mondiali, la breve epopea del cotone siciliano - complice la diffusione delle fibre sintetiche - si avviò verso il tramonto agli inizi degli anni Sessanta; alla vigilia del decennio successivo - nel 1969 - gli ettari destinati a coltivazione si erano ridotti a 6.800, con una produzione di 18.500 quintali di fibra e 27.000 quintali di semi, per altro di cattiva qualità.
Fu in quel periodo che il 'Cotonificio Siciliano' chiuse i battenti, relegando questa lavorazione industriale negli archivi della storia manifatturiera dell'isola.
Oggi, l'unica testimonianza dell'epopea del cotone siciliano è affidata ai relitti di alcune attrezzature di lavoro, tristemente abbandonate - ironia della sorte - proprio all'interno di un'area dell'Ente Sviluppo Agricolo, adiacente al luogo dell'ex Cotonificio.
( le foto a colori sono di REPORTAGESICILIA, quelle in bianco e nero sono tratte dal volume 'Sicilia', UTET, 1974, a cura di A.Pecora )

2 commenti:

  1. Stavo cercando informazioni sul ex cotonificio catanese, quello che si trova su via cristoforo colombo davanti ai silos del porto di catania. Qualcuno sa aiutarmi, indicarmi qualche pubblicazione che ne parli, o qualsiasi altra cosa a riguardo?
    grazie mille. ciao
    massimo (msmplr@gmail.com)

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  2. Ho letto l'articolo con interesse. Non sapevo niente del cotone in Sicilia. Però, qui si parla della scomparsa, mentre altrove lo trovo questo - per esempio Wiki:
    "Nella piana di Gela viene coltivato anche il cotone; il prodotto siciliano costituisce il 78% della produzione nazionale."
    (http://it.wikipedia.org/wiki/Sicilia#Agricoltura)
    Ho anche visto persino '100%' della produzione nazionale.
    Qualcosa non quadra?

    s.conway@tiscali.it

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