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giovedì 29 novembre 2012

PANTELLERIA, PAESAGGI DI FINE ANNI CINQUANTA

Una veduta dell'interno di Pantelleria in una delle fotografie
realizzate nel 1958 da Angelo Oliva e presentate in questo post.
Erano gli anni in cui l'isola viveva una condizione di sostanziale emarginazione, aggravata dalle condizioni  dell'edilizia residenziale, ancora pesantemente segnata dai bombardamenti alleati del 1943


Otto fotografie in bianco e nero di Pantelleria, scattate nel 1958 con una oggi museale Kodak Duo 620 a soffietto.
Le immagini riproposte in questo post da ReportageSicilia furono eseguite in modo amatoriale da Angelo Oliva, già autore di altre vecchie fotografie isolane postate sul blog.


Un gruppo di case in località sconosciuta.
Nel 1958, gli abitanti dell'isola erano circa 10.000; in quel periodo, la fuga dalle condizioni di povertà era rappresentata dall'emigrazione, soprattutto verso le aree laziali della bonifica pontina

L’obiettivo di quella Kodak colse paesaggi e natura di un’isola in cui la presenza dell’uomo – 54 anni fa - aveva ancora un sapore quasi pionieristico. Fra filari di zibibbo e macchia composta da capperi, menta, ulivi, erica, fico d'india, ginestra, agrumi e lentischio, la Pantelleria restituita da quelle fotografie racconta la storia di una terra vulcanica dispiegata in ‘cuddie’  in cui la presenza dell’uomo è integrata nell’ambiente naturale.


Una veduta dell'isola da Montagna Grande, con lo sfondo del mare del canale di Sicilia

All’epoca di questi scatti, Pantelleria contava all’incirca 10.000 abitanti e condizioni economiche e sociali ancora pesantemente segnate dalle devastazioni del secondo conflitto mondiale: in una ventina di giorni – fra maggio e giugno del 1943 – i panteschi videro polverizzati dalle bombe alleate quasi 3.800 vani, l’80 per cento del totale nell’isola.


Case rurali e dammusi in località sconosciuta. Proprio le tipiche costruzioni pantesche sarebbero stato oggetto nei decenni successivi di acquisto e ristrutturazione da parte di nuovi ricchi residenti provenienti dal "Continente"
  Almeno un migliaio di loro viveva precariamente, all’interno di spelonche rocciose o alloggi di edilizia popolare fatiscenti; a causa di quelle condizioni, decine di famiglie in quegli anni decisero di emigrare dall’isola e molte cercarono fortuna nella bonifica delle terre pontine del basso Lazio.


Ancora un aspro paesaggio dell'isola in uno degli scatti 
realizzati 54 anni fa da Angelo Oliva.
Il suolo vulcanico di Pantelleria conserva ancora oggi la ricchissima vegetazione mediterranea di allora:
zibibbo, capperi, fico d'india, erica, ginestra ed agrumi

Soltanto decenni dopo gli scatti proposti oggi da ReportageSicilia, Pantelleria avrebbe dimenticato i guasti e le miserie provocate dalla guerra, consegnando l’economia al turismo ed alla nutrita rappresentanza di frequentatori e residenti “milanesi”; molti di loro sarebbero diventati i nuovi proprietari dei dammusi e qualche architetto meneghino ne avrebbe dettato addirittura le costose regole della ristrutturazione.


Una strada sterrata in una delle zone interne dell'isola,
in località sconosciuta.
La fotografia mostra un paesaggio pantesco di fine anni Cinquanta dominato dalla ricchezza delle risorse naturali; la sparuta presenza dell'uomo vi si inserisce ancora in un perfetto equilibrio ambientale

Quelle otto fotografie di Pantelleria del 1958 sono oggi una piccola testimonianza dell’ambiente pantesco di allora, con i suoi bisogni di progresso ed insieme con la sua identità primitiva di lontana isola posta lungo la rotta fra Sicilia e Tunisia. 


Due paesaggi costieri di Pantelleria nelle ultime fotografie
realizzate nel 1958 da Angelo Oliva
presentate in questo post da ReportageSicilia  

2 commenti:

  1. Bellissimo ed interessantissimo post. Emozionanti le fotografie, commovente testimonianza di una bellezza antica ed in gran parte perduta. Grazie Ernesto
    (Ale)

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  2. Passano gli anni ma non finisco mai di stupirmi delle infinite pagine di vita vissuta di Papà.
    Carmelo

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