Uno dei manifesti di Leonardo Sciascia affissi nei mesi scorsi sui muri del centro storico di Palermo da "E Il Topo". La fotografia è di ReportageSicilia |
Si può dire che con la morte di Consolo si è chiusa la straordinaria e lunga stagione degli scrittori isolani, iniziata da Verga e proseguita per tutto il Novecento.
Certo, grande diffusione meritano da tempo i romanzi di Camilleri; tuttavia, lo scrittore agrigentino ha incardinato il suo successo seriale sulla caratterizzazione di un commissario che non compete per materia narrativa e per statura civile con l'ispettore Rogas o con il Vice di sciasciana memoria ( "Il contesto" e "Il cavaliere e la morte" ).
Da qualche anno, la letteratura siciliana è così rappresentata da un buon numero di scrittori che le tradizioni antologie letterarie inserirebbero fra gli "altri".
Bravissimi scrittori da un punto di vista letterario, s'intende; ma raramente capaci di narrare vicende e personaggi che raccontano dalla Sicilia il disagio ed il malessere di un'intera società italiana.
Il problema è che finita una stagione di idealità e non si vede nulla all'orizzonte. Quindi gli scrittori hanno difficoltà.
RispondiEliminaSi rifletta: il verismo siciliano, dopo l'unificazione con le promesse e le difficoltà che portava; Pirandello con la Sicilia che entrava in contatto con la società borghese; Sciascia e gli altri due la stagione dell'antifascismo e le speranze del dopoguerra. Oggi al momento non si vede nulla....