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mercoledì 12 settembre 2018

L'OSCURA FEDE DEVOZIONALE DEI SICILIANI DI AGLIANO'

Settembre 2018, festeggiamenti a Palermo
per Maria Santissima del Paradiso
"Regina di Porta Carini" al Capo.
Le fotografie sono di ReportageSicilia

"Direi che il popolo siciliano non conosca ancora un'armonia vera, fatta di conquiste spirituali e di amore intenso, eppure disinteressato, alla vita: si trova a contatto con un mondo nuovo, ma è rimasto alla fede del trascendente di derivazione medievale e secentesca: in questo è la ragione prima delle sue esperienze anacronistiche.
L'Europa di liberò dal peso della trascendenza sin dai primi dell'Ottocento con la rivoluzione idealistica e romantica, e al mondo superumano definitivamente perduto sostituì la forza fattiva delle opere e l'orgoglio della personalità.
Per i siciliani del popolo e della piccola borghesia Iddio è ancora la forza oscura inattingibile, il Governo è anch'esso un'oscura forza, lontana da noi e mai identificabile con la nostra volontà..."



Attualissima considerazione, quella fornita nel 1945 da Sebastiano Aglianò in "Cos'è questa Sicilia" ( R.Mascali, Siracusa ): un saggio psicologico collettivo che fissò lucidamente i comportamenti e gli atteggiamenti dei siciliani.
Le notazioni di Aglianò ne chiamano in causa anche le espressioni di natura religiosa, spesso legate ad un accentuato culto devozione per Dio ed i Santi: un approccio legato alla necessità di soddisfare tramite la protezione di una figura trascendente le aspettative ed i bisogni di una società deficitaria nella tutela dei diritti e delle garanzie sociali.
Difetta insomma ad una parte dei siciliani la dote di una religiosità alimentata da una piena spiritualità e dalla coscienza del proprio credo.






A Dio-padre può essere riconosciuto un ruolo piuttosto autoritario: "u Patreternu" assume così a volte un ruolo pericolosamente assimilabile alle figure terrene di personaggi dal distorto prestigio.
L'aberrazione di questo atteggiamento ha effetti deleteri e spiega le logiche di pensiero di un personaggio come il vecchio boss Michele Greco, capace di dichiarare:

"Mi chiamano il Papa ma io non posso paragonarmi ai papi per intelligenza, cultura e dottrina.
Ma per la mia coscienza serena, per la profondità della mia fede posso anche sentirmi pari a loro, se non superiore a loro"






Nel contesto di devozione alle figure sacre, quella di Maria assume in Sicilia un ruolo primario.

"In ogni angolo delle chiese - ha scritto in proposito Salvatore Basilio Randazzo in "Sicilianità"  ( EDI OFTES, 1985 ) - si trovano statue della Madonna invocata con titoli e attribuzioni diverse, così come in casa si trova dappertutto la madre in diritti-doveri che offrono affetto, sicurezza e protezione da ansie esistenziali"




Il culto di Maria è così presente sotto varie denominazioni in ogni  centro abitato dell'Isola, e soprattutto nei quartieri più popolari e poveri; qui, la devozione religiosa diventa spesso bisogno di trovare collettivo conforto alle difficoltà quotidiane e speranze per un futuro con meno affanni. 

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