Pescatori e barche a Scoglitti. La fotografia, accreditata "Scalone", illustrò un reportage di Pietro Gulino pubblicato dalla rivista "le Vie d'Italia" nel febbraio del 1951 |
Pescatori famosi di spugne nordafricane ma soprattutto di sarde ed acciughe, quelli di Scoglitti, nella prima metà del Novecento.
Ancora nel 1951, il giornalista vittoriese Pietro Gulino poteva scrivere in "Vittoria, città della Sicilia jonica" ( "le Vie d'Italia", TCI, febbraio 1951 ) che
"Particolare rilievo ha l'industria del pesce nella frazione di Scoglitti, che dista circa dodici chilometri da Vittoria.
E' un piccolo centro di pescatori, sul Mare Africano, che qui lambisce una piccola spiaggia sabbiosa"
Dieci anni dopo questa descrizione, il critico d'arte Enzo Maganuco avrebbe aggiunto altri oleografici dettagli sull'ambiente di Scoglitti, in seguito quasi del tutto stravolti dalla proliferazione di un'invadente edilizia turistica:
"Oltre i carri e le tavolette degli ex voto meritano particolare ricordo le decorazioni delle barche da pesca: le 'sardare', le 'anciuvare', le barche da 'conzo'.
Sono tutte barche snelle come gazzelle, fatte per la pesca di corsa, con vele triangolari, riflettenti nella sequenza delle decorazioni ora paganeggianti ora cristianeggianti sulla stessa chiglia, l'iconografia delle barche catanesi: solo nello schema compositivo, però.
Le 'sardare' di Scoglitti portano trecce e ramature, sirene e genietti, cuori trafitti dal pugnale e un occhio sul bordo di prua come nelle barche della Grecia classica; tutto è espresso con una tavolozza a toni gridellini e verdini, con accordi in cremisi che fanno sembrare la barca, nelle mattinate trasparenti del mare africano, fra Scoglitti, Punta Secca e Marina di Ragusa, un grande codice miniato sospeso e riflesso sulle acque iridescenti e serene"
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